Nel nord della Spagna ci stanno corsi appositi per signore, nei quali viene insegnato loro a chiamare, urlando, il marito pescatore di rientro dall’oceano. E pure i bambini, sempre in loco e nel giorno del santo patrono, si dilettano in gare vocali. Uno sul cucuzzolo di un monte e l’amico in cima a quello davanti. Vince chi si comprende meglio. Alla faccia della tecnologia e di Whatsapp. Tié.
A quanto pare il Tam Tam funziona ancora nell’anno del Signore 2015. E non serve arrivare tanto lontano per averne conferma. In Italia infatti, e per scendere nel dettaglio pure qui ad Acquapendente, si è da poco formata un’associazione denominata “Comuni dimenticati”. Contenitore di sindaci a 360 gradi pronti a rivendicare quanto gli spetta. E di diritto. A loro, ma principalmente ai cittadini che poi quotidianamente amministrano. “Ci si chiama ‘dimenticati’ non perché abbandonati – spiega proprio il sindaco aquesiano, Alberto Bambini – bensì perché logiche illogiche dei piani alti si sono appunto dimenticate dei servizi che ci devono. Così, parla con questo e parla con quel collega, si è deciso di unirci. Siamo un’entità apolitica. Un progetto libero, aperto. E vogliamo crescere”.
Del blocco fanno parte un bel pacco di Regioni. Piemonte, Campania, Lazio, Toscana, Sardegna, Sicilia, Calabria e Marche. Altri, chiaramente si parla di comuni, entreranno a breve. Il 2014 è stato l’anno di fondazione. Nel maggio scorso si è tenuta la prima riunione ad Amatrice (il primo cittadino Sergio Pirozzi ne è l’ideatore, nonché il presidente e qui a Viterbo lo conosciamo bene, perché ha allenato due volte la Viterbese). E lo scorso 7 febbraio tutti nella Capitale per formare il direttivo. “Il grave problema che ci coinvolge in toto riguarda la sanità – prosegue – è stata la causa, in un certo senso, del nostro accorpamento. Si proseguirà per obiettivi, cercando credibilità. Quindi sistemati gli ospedali, perché siamo fermamente convinti che possiamo sistemarli, toccheremo altri temi”.
La prossima a settimana il blocco richiederà un incontro con i vertici del Ministero della Salute. Al fine di discutere su urgenti modifiche al Decreto Balduzzi. Che garantiscano l’obbligatorietà, da parte delle Regioni, di riconoscere lo status di “presidio ospedaliero di area particolarmente disagiata” in presenza di requisiti oggettivi e omogenei sull’intero territorio nazionale.
E poi, come detto da Bambini, si lavorerà su varie ed eventuali. Istruzione, servizi agli anziani, trasporti, Poste, giustizia, e diritti essenziali e costituzionali “senza i quali non si può vivere”.
Attenzione signori. Perché se qualcuno se li era dimenticati… Ora è il caso di cominciare a ricordarseli.