Si sono sciroppati sia Amici che direttamente Maria De Filippi. Hanno attraversato lo Stivale aprendo sistematicamente il tour dei Modà. Si sono esibiti in trequarti dei centri commerciali esistenti. Ed ora sono pronti addirittura a debuttare al festival di Sanremo. Come è dura la vita delle pop star d’oggigiorno. Quanta crudeltà.
Comunque, eccoci. I Dear Jack suoneranno sul palco dell’Ariston (che, va ricordato, non è una lavatrice ma il celeberrimo teatro) tra martedì e mercoledì. È severamente vietato prendere impegni dalle 20 di sera alle 5 del mattino seguente. La band viterbese (un po’ di Tarquinia è un po’ di Montefiascone) se la vedrà con altri diciannove concorrenti. Denominati “big”. Poiché rappresentano (chiaramente a detta di chi organizza) il meglio di ciò che ci sta in Italia. In pratica siamo fritti.
E a proposito. Dato che le disgrazie non vengono mai da sole, quest’anno condurrà Carlo “George-Weah” Conti. Affiancato da un comitato scientifico (stile Nasa) rappresentato nientepopodimeno che da Emma & Arisa (ugole moderne in pausa “valletta”). Più la gnocca di turno. Che in gruppo una gnocca ci vuole sempre: tale Rocio Munoz Morales. La novella signora Raúl Bova.
Ma torniamo ai Caro Giacomo. Partendo da un presupposto: quest’estate il loro pezzo “La pioggia è uno stato d’animo” ha girato più di uno spinello a Woodstock. E, in effetti, non ha smesso di piovere da giugno a settembre. Ora lanceranno l’inedito: “Il mondo esplode”. Speriamo bene.
La loro esibizione su MammaRai, in ogni caso, è oscillante (come si diceva, martedì o mercoledì) poiché quel furbacchione di Conti ha deciso di spaccare in due il blocco “famosi”. Inserendoci nel mezzo qualche “nuova proposta” (a tal proposito ci sarebbero i Kutso, mezzi viterbesi, ma non ditelo ad alta voce). Nonché ospiti illustri del calibro di Biagio Antonacci, Gianna Nannini, Tiziano Ferro, Al Bano e Romina Power, Giovanni Allevi, Conchita Wurst, Imagine Dragons, Charlize Theron, Antonio Conte, Luca e Paolo, Saint Motel, Will Smith, Margot Robbie, The Avener, Ed Sheeran e il cast di Braccialetti Rossi. Ad una prima lettura si direbbe che mancano solo i due leocorni.
Di sicuro però, informazione utile per le fans, c’è che i nostri torneranno ad urlare dinnanzi alla solita platea impazzita (sono veri o di cartapesta?) giovedì 12. Quando tutti (ma proprio tutti) dovranno presentare una cover. Venerdi invece pausa. Sabato finalissima, senza i peggiori quattro, antecedentemente eliminati per mano di giuria, televoto, consiglio del vicino che da giovane strimpellava la chitarra e volendo anche esecuzione pubblica.
Cos’altro aggiungere? Il precedente illustre, magari. Nel senso che Marco Mengoni era partito da XFactor, ha vinto Sanremo, e sta durando più della Quinta malattia. Se ce l’ha fatta lui, perché non dovrebbero farcela i Dear Jack?
Buon viaggio ragazzi.