Produrre nel territorio e per il territorio, valorizzare i prodotti regionali di qualità e sviluppare al tempo stesso un’economia green al servizio del cittadino, garantendo la biodiversità, salvaguardando le vocazioni dei territori e riducendo le sostanze chimiche inquinanti e le emissioni da trasporto per produrre cibo di qualità nel rispetto dei territori. Sono questi alcuni degli obiettivi della proposta di Legge a sostegno del consumo dei prodotti agricoli e alimentari di qualità provenienti da filiera corta che abbiamo depositato al Consiglio regionale.
La Legge che abbiamo proposto punta a sostenere la fornitura e l’utilizzo di prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta negli appalti pubblici di servizi o di forniture di prodotti alimentari ed agroalimentari destinati alla ristorazione collettiva. E a tal fine, la fornitura e l’utilizzo dei prodotti alimentari e agroalimentari provenienti da filiera corta superiore al 50% costituirà titolo preferenziale per l’aggiudicazione negli appalti pubblici di servizi e forniture destinate alle strutture di ristorazione collettiva pubbliche regionali e degli Enti regionali strumentali.
La proposta di Legge fa inoltre espresso divieto di vendere e somministrare nelle strutture di ristorazione collettiva pubbliche prodotti alimentari costituiti o contenenti e derivati da O.G.M. Un divieto che si applica anche agli alimenti ottenuti da animali nutriti con mangime contenente organismi geneticamente modificati. Non solo, ma la proposta depositata in Consiglio regionale prevede anche che i Comuni, nel caso di apertura di nuovi mercati al dettaglio in aree pubbliche, e nel caso di nuove disponibilità di posteggio nei mercati già attivi, dovranno riservare almeno il 20% totale dei posteggi ai produttori e agli agricoltori per la vendita diretta al dettaglio di prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta. Verranno poi create delle aree per la realizzazione di
farmer markets e promosso un bando per idee progettuali finalizzate alla valorizzazione delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario. Si promuovono infine le iniziative per la valorizzazione e promozione di nuovi
mercati per i prodotti ittici a “miglio zero”, inclusi quelli pescati nelle acque interne, e dell’acquacoltura, per il sostegno della pesca artigianale, per l’impiego del prodotto ittico a “miglio zero” nelle mense scolastiche e per il sostegno delle campagne educative rivolte alla conoscenza del prodotto ittico.
Valorizzare e promuovere la filiera corta significa valorizzare e promuovere il nostro territorio e il suo patrimonio, riducendo i costi e salvaguardando l’ambiente al servizio di produttori e consumatori che attraverso la filiera corta entrano in rapporto diretto facendo crescere la conoscenza dei nostri prodotti e delle loro potenzialità e qualità.
Abbia pazienza il nobel Valentini, ma se accorciare la filiera significa che i produttori vendono direttamente ai consumatori non è una grande idea. Bisogna poi fare i conti con la perdita di posti di lavoro in tutte le attività di rivendita, già ridotte al lumicino dallo strapotere della grande distribuzione.