Mettiamoci un punto, e tiriamoci una riga sopra perché l’anno calcistico è già finito e per la Viterbese è finito mezzo bene. Con un pareggio a Fondi che è una goduria, e non solo perché arrivato tre minuti dopo il novantesimo. No, perché poi si sono visti i risultati delle altre squadre (cioè, della sola altra squadra che interessa i calcoli gialloblu), il godimento è stato doppio. Per una sensazione parecchio simile a quando, da piccoli, si mandava giù un boero e poi, sulla carta della confezione, si scopriva pure di averne vinto un anno. Certo, la contemporanea sconfitta della Lupa nel quasi derby – son tutti quasi derby, al giorno d’oggi, signora mia – sul campo del San Cesareo non è stata soltanto fortuna, perché l’insidia ci stava tutta, il San Cesareo non è squadretta e poi fino all’anno scorso ad allenarlo c’era pure Ferazzoli. Favori postumi o chissà cosa, fatto sta che nella giornata che non ti aspetti la grande V ha recuperato un punto alla lepre Lupa, ed è appena la seconda volta che succede, quest’anno.
Adesso la distanza è di tre punti, c’è la pausa di mezzo e tutta una strategia da elaborare per l’anno che verrà. Nella speranza che i castellani possano risentire della pausa più di Scardala e compagni, e che l’aggancio in vetta sia questione già di gennaio. Possibile, plausibile? La Viterbese è da mesi che è di rincorsa, per un palio lungo lungo. Forse nelle ultime due partite aveva pure un po’ di fiatone, nonostante le rampogne camilliane (sempre incisive, sempre utilissime), nonostante i rinforzi appena arrivati. Eppure, i leoni sono stati bravissimi a non fare i gattini, a limitare i danni: la vittoria con l’Isola Liri prima, il pareggio rutilante a Fondi, e ora le vacanze. Durante le quali lavorare bene, con un provvidenziale richiamino di preparazione atletica (che Ferazzoli non aveva potuto fare ad inizio stagione, perché è arrivato in corsa) e la consapevolezza che anche la Lupa sbaglia. Anche la Lupa, sopratutto, può subire la sindrome della preda mano a mano che il cacciatore – cioè la Viterbese – le si avvicina.
Mancano 18 partite, tra cui lo scontro diretto in terra di fraschette e Frascati (nel senso del vino). L’arsenale a disposizione da queste parti è roba da guerrafondai prussiani: s’è arricchito di Oggiano e Fanasca, ha ritrovato un animale del gol come Pippi, spera di tornare ad emozionarsi per i colpi di Saraniti. Mentre i Giannone, i Pero Nullo, gli Scardala, sono tutti forniti di garanzia per tre anni, o centomila chilometri. Cosa manca? La società c’è, ed è la migliore che si possa trovare nel raggio di duecentochilometri. A guardare bene, ci vorrebbe un ultimo, ma essenziale passaggio, una svolta: che scoppi l’entusiasmo intorno a questa squadra. Che lo stadio torni a riempirsi come ai vecchi tempi, che ci si senta tutti – tutti, tifosi doc, sportivi, appassionati, famiglie – parte in causa in questa sfida. Magari già dal 4 gennaio contro la Nuorese. L’ultima partita del girone di andata, d’accordo, ma anche la prima del 2015 e, magari, la prima di una lunga e avvincente volata. Fino a maggio, e poi chissà fino a dove.