Da Vicenza, dalla mega mostra Linea d’ombra, non arriveranno quadri, ma citazioni sul catalogo (in vendita a 15 euro). Così come a Vicenza non sarà spedita La Pietà di Sebastiano Del Piombo, perché ministero e soprintendenza ci hanno messo un po’ troppo per fornire il loro parere per l’illustre – e delicatissimo – spostamento. Eppure la mostra Sacro & profano – Capolavori a Viterbo tra il Quattrocento e il Settecento, si farà. E’ stata presentata ieri in Comune dal sindaco Michelini, dall’assessore alla Cultura Tonino Delli Iaconi e dal curatore Andrea Alessi.
Inaugurazione alle ore 17 del 23 dicembre (“Troppo tardi? No, abbiamo voluto fare le cose per bene”, dice Alessi) e chiusura il 31 gennaio. Con una formula particolare, che strizza l’occhio al museo diffuso, seppur declinato in modo ibrido, parte momentaneo e parte stabile. Già, perché se alcune opere saranno a Palazzo dei priori (tre nella cappella palatina, quattro alla sala della Carrozza, dove saranno esposte, con tutte le precauzioni del caso, quattro opere provenienti), si potrà poi camminare verso piazza del Gesù, dove nella chiesa di San Silvestro ci saranno invece le 14 virtù profane di palazzo Spreca. Di qui al museo Colle del Duomo, e poi alla chiesa del Gonfalone, fino al museo civico di piazza Crispi e alla deviazione verso San Martino al Cimino, al museo dell’Abate. Totale, 23 opere: dall’Incredulità di San Tommaso (di Salvator Rosa) alla Visitazione di Maria ed Elisabetta (di Bartolomeo Cavarozzi), al Battesimo di Cristo (di Giovanni Francesco Romanelli) oltre naturalmente a La Pietà e la Flagellazione di Del Piombo.
“Abbiamo voluto fare una scelta diversa – ha spiegato Delli Iaconi – sfruttando le ricchezze artistiche del nostro territorio, le sue professionalità e naturalmente le strutture. Ci auguriamo che Sacro & Profano possa attirare tanti visitatori, da Viterbo ma anche da fuori”. Per questo scopo, il Comune ha riservato 5mila euro dei 45mila stanziati per la mostra (“Ma vedrete che spenderemo di meno”, promette l’assessore-economo) per la pubblicità su scala nazionale.
“Una mostra di qualità, un vero percorso museale – ha assicurato il sindaco – che è il primo passo per alimentare la candidatura di Viterbo a Città italiana della cultura nel 2017”. A leggere i nomi delcomitato scientifico (a partire dall’ex soprintendente del polo museale romano, Claudio Strinati, e dalla soprintendente Anna Imponente) il livello è alto.
Ingresso gratuito in tutti i siti (escluso il museo Colle del Duomo, dove saranno in vigore le consuete tariffe) fino al 6 gennaio. Poi al museo civico si tornerà a pagare il biglietto, altrove no.