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Viaggi diVersi, quando il teatro è terapia

teatro integrato (1)

A distanza di quattro mesi dalla sua prima messa in scena, questo venerdì torna nella suggestiva cornice del complesso Ex Eca di Viterbo lo spettacolo Viaggi diVersi. Il lavoro è il frutto delle attività che si sono svolte all’interno del Laboratorio di teatro integrato 2013/2014, progetto realizzato dal Comune di Viterbo, dall’unità operativa della Asl Disabile adulto e dall’associazione Amici di Galiana. La regia è curata da Francesco Cerra della compagnia Tetraedro.

teatro integrato (2)“Siamo alla replica di un appuntamento che ha già coinvolto emotivamente un numero considerevole spettatori – spiega il responsabile del Disabile adulto Gilda Rusch – e siamo pronti a vivere nuove emozioni. Sono ormai molti anni che tra i nostri progetti terapeutico-riabilitativi è inserito il laboratorio teatrale e ogni volta il percorso è diverso, nuovo, interessante, ricco di sfumature. Ogni volta la strada si è snodata in salita e il suo tracciato è sempre stato denso di pericolose curve a gomito ma, tutti insieme, (regista, attori e collaboratori) siamo sempre riusciti a raggiungere il traguardo nei tempi stabiliti, senza mai uscire di strada, dimostrando anzi spesso come questo teatro sia in grado di comunicare meglio e più a fondo di tanto altro definito professionale. Forse è proprio l’enorme distanza tra il punto di partenza e il punto di arrivo a restituire a ogni singola esperienza il suo significato più profondo. Da tanti anni lavoro con progetti integrati, riabilitativi mirati all’inclusione sociale. Non so se lavorare con la diversità mi ha reso migliore, certo è che ha reso tutti noi ‘diversi’ e so con assoluta certezza, che proprio nella diversità, nella sua accettazione e nella capacità di saperla gestire risiede il valore intrinseco del laboratorio”.

teatro integrato (3)“Scartate tutte le premesse concettuali – spiega il regista Francesco Cerra – ci siamo concentrati sul materiale già prodotto nelle improvvisazioni che hanno preceduto inconsapevolmente la decisione di produrre uno spettacolo. Indubbiamente come in tutti gli spettacoli di teatro terapia, è il gruppo che seleziona i segmenti drammaturgici, non è il regista che dice ciò che si deve o non si deve fare, è l’attore il regista del proprio racconto, per non perdere mai di vista il punto d’arrivo del laboratorio, ovvero l’autonomia artistica e quindi anche psicologica dell’attore. Nel nostro caso gli attori sono andati anche oltre, rendendosi completamente autonomi, scegliendo i costumi, la scenografia, gli oggetti e la musica. Il mio compito è stato quello di ricucire insieme le varie drammaturgie, così diverse tra loro perché rispecchiano le alterità profonde delle persone che agiscono sulla scena, nel rispetto assoluto e dell’ascolto profondo di ciò che l’attore ha creato, tenendo conto sempre della visione d’insieme dell’opera e della cornice che definisce l’insieme. Abbiamo così proceduto alla fase post-espressiva artistica, convergendo su un tema unificatore, in una precisa unità di luogo. La trama è diventata una sintesi e quindi ha indotto alla selezione e alla pulizia dei gesti in base alla loro esecuzione psico corporea”.

Lo spettacolo, preceduto da un aperitivo cena, andrà in scena alle ore 20 di venerdì 17 ottobre, al complesso Ex Eca, in via della Volta Buia 45 a Viterbo.

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