Promuovere il consumo di frutta e verdura, ridurre l’utilizzo di sale con la scelta di quello iodato e aumentare l’assunzione dei folati (i fattori protettivi per rilevanti patologie) attraverso l’assunzione di ortaggi a foglia verde. E poi, ancora: consentire un consumo fuori casa in sicurezza dei pasti per le persone celiache, diminuire l’introito di zuccheri e grassi animali e incrementare l’utilizzo di olio di oliva.
Sono tutti obiettivi che si prefigge di raggiungere “Okkio alla Ristorazione” il progetto interregionale che, oltre al Lazio, interessa la Sicilia, la Campania, l’Emilia Romagna, le Marche e il Veneto, con lo scopo di sorvegliare, monitorare e promuovere la salute nella ristorazione collettiva. Anche la Ausl di Viterbo ha aderito all’iniziativa con una serie di incontri informativi e formativi che partiranno nei prossimi giorni e che si svolgeranno con i responsabili e con gli operatori delle aziende di ristorazione. In programma appuntamenti anche nelle mense dell’ospedale di Belcolle e della Centrale Enel di Montalto di Castro.
Il progetto, infatti, mira a sviluppare una fattiva collaborazione tra i Servizi igiene alimenti e nutrizione (Sian) e le imprese che si occupano di ristorazione sul territorio per promuovere la diffusione e l’adozione di corretti stili alimentari da parte di tutti gli utenti che ogni giorno si recano nelle mense aziendali attraverso la costituzione di una rete operativa che produca salute a “basso costo” (economico, sociale e individuale). Perché anche tramite le buone abitudini alimentari si può prevenire l’insorgere di patologie cronico-degenerative come il diabete, le malattie cardiovascolari, l’obesità e l’osteoporosi.
Per la Ausl di Viterbo partecipano al progetto Danilo De Santis, responsabile della struttura dipartimentale Igiene alimenti e nutrizione e Maria Elena Cianchi del Servizio igiene pubblica e alimenti, con la collaborazione dei tirocinanti allievi tecnici della prevenzione Riccardo Colonna e Giada Gatti.
“Poter fruire di una sana e corretta alimentazione – spiega Danilo De Santis – è un diritto fondamentale del cittadino, nonché un presupposto per il raggiungimento del migliore stato di salute ottenibile, già a partire dai primi anni di vita. I profondi cambiamenti dello stile di vita delle famiglie e dei singoli hanno determinato, per un numero sempre crescente di individui, la necessità di consumare almeno un pasto fuori casa, puntando l’attenzione sui servizi della ristorazione collettiva e commerciale. Basti pensare che annualmente, in Italia, le aziende di ristorazione collettiva producono circa due miliardi di pasti destinati a un’ampia fascia che abbraccia bambini, adolescenti, adulti-lavoratori, anziani, condizionando l’alimentazione e, conseguentemente, la salute di gran parte della popolazione attiva”.