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“Verso il futuro”, la mossa di Beppe Fioroni

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Insieme verso il futuro? Perché no, ma prima mettiamoci d’accordo sul parcheggio e sulle precedenze, perché qui all’hotel Salus, sulla Tuscanese, sembra essere a Calcutta. Macchine ovunque, automobilisti che rimangono intrappolati, e soste, diciamo così, audaci. Tutti alla corte di Peppino, Peppino Fioroni, che ieri e oggi ha raccolto le sue truppe – viterbesi e non solo – per questa due giorni politica. Il titolo, appunto, è “Insieme verso il futuro”. Sottotitolo: “Le nuove sfide della società italiana”, come spiega la vela all’ingresso dell’albergo, un manifesto tricolore che rimanda sinistramente a quelli di una Forza Italia d’antan, anche se c’è il simbolo del Partito democratico.

E qui sta il busillis, perché c’è chi vede in questa kermesse (non chiamatela rimpatriata) fioroniana un tentativo concreto dell’ex ministro di ritagliarsi uno spazio di manovra autonomo sia all’interno dello stesso Pd (rimodulato da Renzi nella nuova segreteria con suoi fedelissimi, ex diesse e giovani turchi), sia magari guardando oltre. Così si potrebbero spiegare certi ospiti tattici invitati per la bisogna: dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin (Nuovo Centrodestra, ieri pomeriggio), a quello dell’Agricoltura Maurizio Martina (Scelta civica, ieri in serata), a quella dell’Istruzione Stefania Giannini che sarà protagonista oggi insieme ad una nutrita pattuglia di ex democristiani come Marco Follini ed Enzo Bianco.

Insomma, Fioroni vuole pescare non solo tra i cattolici del suo partito, ma anche in quel centro in perenne dissoluzione e che nessuno, dai bei tempi andati, è mai riuscito a riaggregare. Un’operazione tra l’altro che gli è già riuscita con successo in chiave locale, con la strana alleanza che sedici mesi fa portò per la prima volta a Palazzo dei priori un sindaco non di centrodestra, Leonardo Michelini. Ripeterla a livello nazionale, coi tempi che corrono, è missione difficile se non impossibile, ma da qualche parte bisognerà pure iniziare. Senza dimentica l’altra strana alleanza (stavolta guardando a sinistra) appena inaugurata a livello nazionale con Pippo Civati.

E allora eccoci qui, inzuppati nell’umidità, ad aspettare Beatrice Lorenzin, ospite insieme al governatore delle Marche Gianmario Spacca e al segretario della Cisl Sanità Giovanni Faverin nell’incontro moderato dalla giornalista del Corriere della sera Margherita De Bac (si chiama così, anche se sui cartelloni è scritto De Back).

Consiglieri comunali (e medici) in attesa

Consiglieri comunali (e medici) in attesa

La ministra arriva neanche troppo in ritardo, “reduce dal Consiglio dei ministri”, sottolinea Fioroni in sede di presentazione. Prima di entrare al Salus, l’esponente del Nuovo Centrodestra riceve gli omaggi dei colleghi di partito locale: l’ex senatora Laura Allegrini, il consigliere regionale Daniele Sabatini, mentre con l’ex assessore comunale Maria Antonietta Russo sono addirittura baci ministeriali. Un attimo e via, perché il protocollo prevede un incontro privato con il padrone di casa e gli altri ospiti illustri. Qualche minuto di riservatezza, mentre il salone si riempie: sindaci della provincia, consiglieri comunali (si notano quelli di Oltre le mura, da Taborri a Ciorba a Moltoni: tutti in predicato di creare, prima o poi, un gruppo Ncd in Comune, e potrebbe essere questa la volta buona), il vertice della Asl, una pattuglia di primari o aspiranti al ruolo, sindacalisti, gente comune.

Ma è di là che bisogna andare, se si conta qualcosa: è la sala Vulci, più piccola e intima, dove sta la nomenclatura fioroniana in attesa sui divani. “Chi sono? Amministratori locali di tutta Italia, dirigenti…”, dice uno che conosce bene come funziona la macchina del potere costruita da Peppino, quella macchina che ora dovrebbe – nelle intenzioni – fare il definitivo salto di qualità. O almeno dare più fastidio all’apparato renziano.

Si comincia, si parla di sanità per linee generali, un incontro molto serio e persino interessante, per chi ama il genere. Fioroni introduce, poi – umile – si va a prendere una sedia per accomodarsi al tavolo. Se è compiaciuto dell’ottimo risultato dell’evento non lo dà a vedere, ma nascondere le emozioni è sempre stata una specialità della casa. Qualcuno giura però di averlo visto sorridere quando il presidente Spacca ha lodato così la ministra Lorenzin: “La stimo molto, e non la considero neanche un’esponente di questo governo – ha detto il governatore delle Marche – perché non ha l’arroganza di sentirsi imparata”. Applausi dalla platea: il popolo del PPF, del Partito Peppino Fioroni, gradisce. Renzi magari molto meno.

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