Ci risiamo. I commercianti di nuovo all’attacco di palazzo dei Priori. Per bocca del presidente dell’associazione “Facciamo centro” Gaetano Labellarte, commerciante di lungo corso e titolare di una delle aziende più proficue del centro storico, ancora una volta eletto a casus belli della vertenza.
In una lunga e dettagliata lettera aperta il leader dei negozianti del centro attacca senza mezzi termini sindaco e giunta (a distanza di alcuni giorni da una passeggiata comune lungo Corso Italia) per lo stato in cui versa il salotto buono di Viterbo.
“Noi commercianti del centro (ma vorremmo definirci imprenditori del commercio dal momento che alcuni di noi hanno delle vere e proprie aziende con numerosi dipendenti) non ci riteniamo soddisfatti – scrive Labellarte – delle solite promesse che non sappiamo se e quando verranno realizzate. Sono anni infatti che andiamo lamentando una situazione di degrado crescente e nessuna delle amministrazioni comunali che si sono succedute a palazzo dei Priori ha mai affrontato il problema. C’è voluta l’insistenza di noi commercianti, le ripetute proteste, le numerose documentazioni e addirittura le minacce di azioni plateali per poter ottenere che l’attuale giunta mostrasse un minimo di apertura con provvedimenti che giudichiamo insufficienti e scarsamente incisivi per un deciso rilancio del centro storico”.
Poi ancora: “Occorre di più. Ribadendo che di promesse ne abbiamo le orecchie piene, sottolineiamo che dei cambiamenti di rotta attesi, annunciati in campagna elettorale e più volte da noi sollecitati non si vede nemmeno l’ombra. È solo il caso di rammentare che il “salotto buono” è diventato un’indecenza per la città: vandali di notte fracassano vetri lasciano bottiglie di alcolici vuote, vomito, per non parlare degli escrementi con ogni tipo di immondizia per le strade principali della città e vicoli, girano indisturbati ratti enormi anche durante il giorno. Poca vigilanza durante le ore del giorno e totalmente assente nelle ore notturne. Sono inconvenienti che al 90% risolviamo noi commercianti all’apertura dei negozi dei quali invece se ne dovrebbe far carico l’amministrazione comunale”.
Poi però Labellarte un problema se lo pone: “Con quali mezzi? Non siamo noi ad amministrare la città non dobbiamo noi prendere provvedimenti, o forse dobbiamo organizzare ronde notturne o riprendere noi i passanti che gettano cartacce per terra o fanno fare i bisogni ai loro cani in ogni angolo? Noi abbiamo più volte indicato la strada che nessuno vuole percorrere (quale? ndr). La nostra protesta non finirà qui, andremo avanti se serve anche con azioni civili ma plateali per difendere il centro cittadino che in altre città è curato, ben tenuto e sorvegliato, perché è da quelle che dobbiamo prendere esempio”.
Poi, la conclusione: “È possibile che i nostri amministratori siano così impotenti di fronte a questi problemi? I turisti, lo abbiamo visto a ferragosto, sono lasciati a loro stessi e le nostre aziende ne soffrono sempre più. Chiediamo il nostro coinvolgimento nelle scelte che riguardano la viabilità e nelle strategie da intraprendere. Non abbiamo bisogno di passeggiate esplorative né di pacche sulle spalle e sorrisetti, ma di sopralluoghi seri e continui da parte del sindaco si, ma anche di assessori e consiglieri affinché si rendano conto bene tutti delle necessità di ordine, pulizia e decoro urbano e che si rendano disponibili e preparati con competenza e determinazione al non facile compito di gestire la cosa pubblica mettendo da parte una volta per tutte i meri interessi di partito o fazioni all’interno dei partiti stessi”.
Non che Labellarte abbia torto. Giacché quanto a pulizia e a sorveglianza le carenze ci sono, eccome. E se il Comune si desse una svegliata farebbe solo il suo dovere. Ma non basta. Quando il leader dell’associazione “Facciamo centro” cita l’esempio da prendere da altre città, dovrebbe rammentare a se stesso che Viterbo è l’unico capoluogo con un centro storico di pregio dove i Suv continuano – nell’anno del Signore 2014 – a scorrazzare indisturbati, mentre a Orvieto, Perugia e Siena (tanto per citare qualche centro a Viterbo non troppo distante) la musica è diversa da svariati anni. E i commercianti, su questo, hanno responsabilità enormi.
Altro punto fondamentale: se Viterbo deve diventare una città a misura di turista, forse l’offerta merceologica attualmente esistente nelle vie centrali non è che sia molto adeguata. Anche qui: Labellarte si faccia una passeggiata nelle città sopra citate e vedrà negozi che offrono tipicità locali, artigianato e quant’altro possa attirare chi arriva da fuori. E a Viterbo? Jeans e cianfrusaglie varie.
In conclusione: i commercianti vogliono essere coinvolti nelle scelte del Comune? Bene. Ma non si limitino a denunciare le carenze altrui (che ci sono). Guardino anche le proprie. Che non sono minimali.
a Sassi….ancora insiste co’ ‘ste categorie merceologiche? Allora non vuole capire. C’è gente che è andata a vendere scarpe a Orvieto e fattura 3 volte di più, non vende souvenir ma SCARPE! (e le vende ai turisti). C’è un negozio di saponi artigianali che si è trasferito da via Saffi a Orvieto e finalmente lavora! Questa storia dei commercianti che avrebbero le colpe sul degrado del centro storico è una cazzata grossa come una casa. Molta gente parla dei commercianti con pregiudizio ritenendo che basti alzare una serranda e guadagnare, non sapendo che essi non hanno nessun tipo di protezione durante l’attività lavorativa, rischiano in proprio e alla fine avranno (se l’avranno) una pensione più bassa dei lavoratori pubblici. Prima di parlare dei commercianti provate a prendere una partita iva, ad affittare un locale e a lavorare 10/12 ore al giorno per rimediare uno stipendio….perché questa è la realtà della maggior parte delle attività che vedete. I commercianti storici del centro viterbese hanno le loro colpe ma di certo non sono loro ad aver fatto sviluppare la città tutta in funzione dei centri commerciali e delle nuove zone residenziali, rendendo di fatto poco appetibile il centro per viverci e anche per andarci a fare la spesa. Queste scelte scellerate sono iniziate venti anni fa, ed il degrado non dipende dal fatto che passano le auto in via S.Lorenzo ma dal fatto che non ci sono più negozi ed abitanti, oltre che dalle carenze dei servizi. Se i commercianti storici viterbesi fossero stati così potenti da condizionare la politica, certe cose il comune di Viterbo non le avrebbe fatte. Evitiamo queste sparate ideologiche che non portano da nessuna parte e, se possibile, cerchiamo di portare concretezza.
Caro Forieri, lei deve essere giovane. Io, che qualche annetto ce l’ho, ricordo i tempi delle vacche grasse, quando i commercianti del centro intascavano soldi a palate e li reinvestivano non sull’azienda (come un imprenditore serio dovrebbe fare), ma su villoni mascherati da case rurali (abbandonando – loro per primi – il centro storico) e su seconde e terze case al mare o in montagna. E ricordo pure le barricate fatte ogni qual volta un’amministrazione ha provato a proporre una diversa disciplina della viabilità in centro. A Orvieto – che lei cita e che io conosco molto bene – il traffico limitato e le isole pedonali ci sono da una vita. Eppure lì, lo dice lei, si fanno più affari. Forse perché – faccio un’ipotesi – a una classe politica molto più illuminata di quella viterbese, ha fatto riscontro anche una classe imprenditoriale con un po’ più di sale in zucca (e non ce l’ho con lei).
Gaetano Labellarte è un commerciante viterbese storico. Uno che sta su piazza da qualche decennio. E che oggi si metta a fare il piagnone gettando tutte le responsabilità sulla politica fa ridere. Anzi, fa girare i cabbasisi (direbbe Montalbano).
Se comunque questo mio articolo e il suo relativo commento serviranno a stimolare un dibattito, ben vengano. Un saluto.
Arnaldo Sassi
Bè, non sono ancora in pensione e forse per me non ci sarà più un euro quando ci arriverò. Però non sono così giovane, e ho visto bene come è precipitata la situazione negli ultimi venti anni. Concordo con lei che le resistenze alle ztl siano un errore strategico di certi vecchi commercianti, quello che cercavo di farle capire io è che non è una questione di categorie merceologiche…è dimostrato. E comunque di chi è la responsabilità se non della politica? Anche lasciarsi condizionare eventualmente questi “vecchi commercianti” sarebbe una gravissima responsabilità, non trova? Da un politico ci si aspetta che ascolti, valuti, sintetizzi e decida….non che assecondi sempre e a prescindere il suo presunto bacino elettorale. E l’indirizzo urbanistico cittadino non l’hanno mica deciso i commercianti del centro…sappiamo bene che per molti che hanno detenuto il potere (e per qualcuno che ancora è in giunta) l’unica cosa che conta sono le concessioni edilizie, o no?
Basta con questa idea di Orvieto,paesetto scomodissimo.Non rifatevi all’Umbria o peggio a Siena.Viterbo che vi piaccia o no è troppo vicino Roma per non sentirne l’influenza e/o non esserne assorbita.
Premete perché il Comune finisca quanto prima l’ascensore e le scale mobili a Valle Faul.
Premete perché riapra Viale Marconi a doppio senso per accedere ai parcheggi,senza inutilmente girare a sx per Via Matteotti ,etc.
Premete perché illumini le strade pedonali con lampade a LED con luce warm White,e non con le lampate al sodio che fanno tanto periferia.
La pulizia delle strade è un dovere del comune,pagate per questo la TARSU.
Commercianti::fatevi un giro per Roma,e dintorni,osservate quali brand si stanno diffondendo ,con negozi pieni,che vanno bene,e cambiate format,cambiate merce,RINNOVATEVI.
Certo magari un buon wine bar dei vini della Tuscia DOP è d’obbligo al centro.
La provincia conta 380000 abitanti,volete che scappino tutti a Roma?
SprovincializzateVi!!!!!
al centro ce ne sono almeno 3 di locali con vini e prodotti tipici della tuscia, birre artigianali comprese, di cui uno è della mia famiglia. Ho molto spesso l’impressione che la gente parli delle attività nel centro storico ma che non ci metta piede da anni. La nostra attività esiste da 6 anni, per esempio, e ci vengono quasi solo turisti perché i viterbesi in prevalenza chiacchierano tanto ma poi vanno solo all’ipercoop.
All’ipercoop ci si va per disperazione!!!!Non per piacere!!!
E’piccolo,non c’è niente,dopo mezz’ora ne hai le p….piene.
Meglio il cinema a Vitorchiano.
Mica si possono sobbarcare un mare di km per andare a Porta di Roma?
Magari due volte al mese…..
Soratte,carinissimo,è in amministrazione controllata……..
Le birrerie NON vanno più.Sanno tanto di anni ’80.
L’enoteca è solo per turisti stranieri,abituati a sorseggiare vino.
Agli Italiani piacciono i cocktail e gli shot:mojito,negroni,sex on the beach,mai tai,japan ice tea,cosmopolitan,americano,negroni sbagliato,jungle bag,margarita,in sostanza:LOUNGE BAR/Pizzeria/Bistrot/Wine Bar,tutto in uno…..
Che fai esci con ragazze per il dopocena e gli proponi la birra o il vino?
Che volgarità!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La ristorazione non è più solo appagamento del gusto,ma soprattutto intrattenimento che coinvolge tutti i sensi.
In tutto il mondo la gente si stufa di entrare nello stesso locale.
Ogni anno va aggiornato nel layout,non solo nel menù.
Piccoli ritocchi ,che appagano l’occhio,cambiano atmosfera(punto essenziale),danno quel senso di rinnovamento che attira.
Curare soprattutto l’illuminazione.
Sempre maxi schermi con canali tematici di musica,o le partite di calcio.
No musica dal vivo,superata…..
Insegne fuori del locale a Led capaci di attirare clienti come le mosche.
Non basta avere il sito internet e la recensione fasulla su tripadvisor.
La ristorazione è anche intrattenimento,anzi soprattutto!!!!
Chi oggigiorno va al ristorante solo perchè ha fame?
Credo che in tanti a Viterbo rimpiangono i tempi della naja,con quella orda di disperati ragazzi squattrinati e affamati che ti benedivano pure per un piatto di maccheroni e una Peroni.
Viterbo è una città universitaria con studenti da tutta Italia.
Tanta gente lavora a Roma,e quindi osserva e assapora le novità….
E volete che poi si contenta delle stessa aria fritta!!!!!
il tuo è un punto di vista personale, che trovo poco inerente alle problematiche del centro di Viterbo che si affrontavano in questo post. Dove si parla di commercio e non di vita notturna, poi tu parlavi di winebar con vini dop della Tuscia senza sapere che ci sono già. E non sono solo i giovani ” a rimorchio” che evitano il centro, ma anche i più grandi…che vanno a fare spesa all’ipercoop magari nello stesso negozio che sta al corso perché il centro è “scomodo”. Rifarsi a città come Orvieto e Siena è invece sacrosanto, perché hanno lo stesso o addirittura inferiore patrimonio storico ma lo sanno sfruttare e tutelare.
Il Comune sta provvedendo a sistemare la questione parcheggi.
Con gli ascensori e le scale mobili a Valle Faul non ci saranno più scuse.
Premete per la chiusura del cantiere quanto prima e su segnaletica a Porta Fiorentina ,Porta Romana,Cassia,dimodochè sia facile per TUTTI raggiungere valle faul e da lì ANCHE il sacrario.
La porta del centro deve divenire valle faul!!!!
All’ipercoop si va a fare la spesa.NON certo la passeggiata.
I negozi dell’ipercoop:penosi!!!!
O avete paura di Piazza Italia,Bata,Cisalfa?????
Certo il commerciante avveduto tiene una vetrina in centro e poi un negozio in periferia per fare cassa.
Funziona così in tutto il mondo!!!
Così si fa:il centro è la vetrina di prestigio,la periferia la ‘cassa’.
Si ,nessuno mi ha parlato di wine bar Tuscia DOP,fatevene una ragione,migliorate la pubblicità.
Immagino che il grosso della clientela di un enoteca sia dalle 18 fino alle 02.00.
Quindi attività serale.
O siamo in Veneto dove alla mattina si fanno ‘due bianchi’???
Quindi a Voi interessa il ‘movimento serale’.
O no?
Viterbo,con l’università ha una vita notturna giovanile e dinamica.
Sfruttatela bene.
Poi se con il tempo arriveranno i turisti mordi e fuggi di Orvieto e Siena,ma va benissimo.
Così lavorate bene pure a pranzo……
Ma ora curatevi dei viterbesi ….
Sei completamente fuori strada, da noi vengono turisti italiani e stranieri e un po’ di viterbesi a cui magari piace fare un aperitivo diverso dal solito bar. Non ho paura dei negozi dell’ipercoop, ma tu stesso dimostri che parli del centro senza mai andarci… non lo conosci, non sai cosa offre e pensi che le uniche cose interessanti siano quelle che interessano a te. Se tu fossi un minimo informato, sapresti che esiste un marchio Tuscia Viterbese che riguarda i prodotti locali di qualità, e le Botteghe del Gusto che sono i locali dove questi prodotti si possono gustare e/o acquistare. Sono almeno dieci anni che si svolgono manifestazioni di promozione ben pubblicizzate, in cui vengono date anche informazioni circa le botteghe di cui sopra. La porta di Viterbo non può essere una sola, perché ne ha altre ed in corrispondenza di ognuna di esse ci sono punti di interesse. Per quanto riguarda l’ipercoop, mi dispiace deluderti ma ci va un sacco di gente a passare il tempo…non solo a fare la spesa.
Qui stiamo parlando del’salotto buono’ tanto caro ai viterbesi,quindi Corso,e dintorni.
No Pianoscarano,no S.Pellegrino.
No Via dell’orologio vecchio,no altre viuzze strette ,magari in salita,scomode di suo.
Ho portato l’altro giorno imprenditori del Nord.Il centro piace molto e vogliono investire .
Neo:il parcheggio!!!
Conoscono Piazza della Rocca,Via Capocci.
Ed il parcheggio di Valle Faul,dal quale si risale fino al Sacrario?
Quando gliel’ho detto cadevano dalle nuvole.
Allora manca la segnaletica giusta alle porte della città.
Certo i viterbesi,gli orvietani,i senesi,i romani:a chi fanno piacere le strisce blu???????????????????????????
Ma meglio ficcarsi a Val di Chiana,a Porta di Roma….e…all’ipercoop…a Poggino….,da Trony…….
Gli Italiani in genere odiano il parcheggio a pagamento!!!!!!
Che p…..
E le multe???
Quindi doversi sobbarcare il prolema parcheggio per andare da Tezenis….ma chissenefrega…vado all’ipecoop….
I negozi del centro,a parte alcuni,sono ormai gli stessi che incontri in qualsiasi centrino commerciale di periferia.
Quindi:rinnovare per NON morire…..
Ma tutto questo discorso non vale per i ristoratori che fanno cassa dalle 20.00 in poi quando non c’è ZTL,nè pagamento parcheggio!!!!!