Con il medesimo entusiasmo che travolse Gesù durante la scarpinata sul Golgota, Viterbopost avrebbe voluto raccontarvi il concerto di Pino Daniele a Ferento. E per narrarvelo sarebbe stato necessario di andarci, chiaramente. Magari ubriachi, ché in stato di alterazione si soffre meno, ma comunque presenti. Peccato però che alla redazione non siano stati rilasciati accrediti. Né al Post, né tantomeno ad altre testate locali. Così, giacché per ciucciarsi il neo-melodico dalle tinte svociate toccava sborsare 50 euro (40 nei posti meno preziosi) la stampa ha preferito rimanere a casa. Saggia decisione. Vuoi per la crisi economica. Vuoi perché con la medesima cifra ci si potrebbero gustare gli Iron Maiden, piuttosto che Sting o Vasco (per buttarla sul nazional popolare).
L’unico modo perciò di capire come sono andate le cose (in attesa che la Siae apra e conceda i flussi) è quello di spulciare sui social network, telefonare agli amici che sanno sempre tutto, e tirare un bilancio provvisorio.
Dunque. La data è stata spostata. Per via del tempo avverso. E in diversi hanno riconsegnato il biglietto. C’è poi da considerare che il Comune ha regalato altri ticket alla Caritas (sicuramente una manovra di cuore). In più le foto su Facebook sono assai sfocate. In ogni caso la calca non c’è stata di sicuro. Anzi. Gli addetti alla sicurezza e quelli che distribuiscono cuscini diciamo che non si sono ammazzati di lavoro. E il tutto va visto anche in ottica mercoledì. Quando toccherà a Elio con le Storie Tese appresso suonare nella “affascinante location”. Trenta euro per entrare. Cinque giorni dopo con dieci carte li si becca a Rispescia, vicino Grosseto. Identico spettacolo, costo molto più low.
A proposito. Le due date sono state messe in piedi dal Consorzio teatro Tuscia insieme all’amministrazione. Che ha tirato fuori 40mila carte. Altrettante, o poco meno, le ha investite la Regione. Ora, a conti fatti, qual è il rientro effettivo per il territorio? Che il cartellone sia piuttosto moscio, su queste colonne lo si era scritto già in sede di presentazione. Se non bastasse, l’organizzazione ha tenuto a specificare che non sono stati concessi accrediti poiché l’agenzia di Daniele non era interessata a pubblicità. Magari però al Consorzio stesso faceva comodo mettere nel cassetto un po’ di rassegna stampa. Non per niente, ma Michelini e Zingaretti hanno foraggiato forte. E se mai dovessero tornare a farlo, sulla base di quali dati si regoleranno?
Forse, forse, sarebbe il caso di rivedere il tutto. Quattordici anni di direzione consecutivi hanno le zampe lunghe. Col rischio di finire a stancarsi. Anche perché il “Non ho partecipato al bando della Provincia, non mi interessava. Mi tengo Ferento” dichiarato senza remore dalla boss Patrizia Natali, sa tanto di cosa già acquisita. E se i meriti che portano all’usucapione sono questi… Be’, ognuno tragga le proprie conclusioni.
Pino Daniele, un concerto molto caro
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3   Commenti
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ahahhahahahhahahha bella stè
Ok le giuste critiche sulla presunta organizzazione…però quello che Lei chiama “neomelodico svociato” io lo considero uno dei più grandi musicisti al mondo…del resto la bellezza del mondo sta nella diversità degli esseri umani, no?
Solo 50 Euri tinnanti per vedere il tantrico-dipendente? Sor Mecorio, mi meraviglio di lei! Ce ne vorranno circa il triplo.
Lo stesso discorso lo può appiccicare su Dickinson e la sua compagnia di metal-vecchietti. Crede veramente, sor Mecorio, che questi sessantenni incartapecoriti facciano concerti di due ore e mezza per miseri cinque pezzi da dieci Euro?
La tariffa del rinco-rocker di Zocca, invece, l’ha azzeccata, nevvero! Avrei scommesso su ottanta Euro ma pare che anche lui, tra un clippino, un “eh già!” ed un “va beh!” si sia dovuto genuflettere ai tagli del toscanello.
Per il resto ha ragione lei. Il conto è troppo salato e la contropartita è misera. Ma ragioni un attimo, sor Mecorio, lo chiccosissimo locale edificato da Daniele in quel di Santo Stefano – il Tuscany Bay – si è visto apporre i sigilli dalla finanza per qualche abusetto edilizio ed ambientale. Ed adesso il cantante partenopeo dal falsetto ruspante abbisogna di danaro per le spese processuali. E chi c’è meglio di Miclini per fare cassa a man bassa? (senta che rima baciata che tiro fuori!)
Comunque concordo con il resto dell’articolo. E dunque pontifico:
Ci si vede al concerto di Elio a Festambiente alla modica (e concorrenziale) cifra di 8 Euri. Mica i 30 e passa Viterbicoliani!
Anche se pure dal programma 2014 Festambiente arrivano forti zaffate di armadio vecchio…
Tante care cose!