“Soltanto su una cosa sono d’accordo con il sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli, ossia sul fatto che la Talete non funziona perché qualcuno non vuole farla funzionare. Per individuarlo si guardi molto vicino”. Il presidente della Provincia Marcello Meroi replica al primo cittadino civitonico che ha accusato la Provincia di aver assunto un atteggiamento confuso e contraddittorio nell’assemblea dei sindaci Ato convocata questa mattina per discutere dell’aumento tariffario, condizione indispensabile a garantire la sopravvivenza del gestore unico del servizio idrico integrato.
“Ricordo ad Angelelli, che forse ha la memoria corta o fa finta di non ricordare – attacca Meroi – che ben tre convocazioni dell’assemblea, per discutere proprio di questo argomento, sono andate deserte per l’assenza dei sindaci, motivo che mesi fa mi ha spinto a dimettermi da presidente dell’Ato, chiedendo alla Regione la nomina di un commissario. L’unica assemblea costituitasi, quella precedente alla odierna, si è potuta svolgere soltanto perché i sindaci sono stati contattati telefonicamente e sensibilizzati a partecipare con la precisazione che non si sarebbero trattati argomenti inerenti l’aumento tariffario. Ricordo altresì – aggiunge – che il sottoscritto da quando è stato eletto presidente della Provincia non ha fatto altro che sollecitare la Regione, sia la precedente giunta di centrodestra che quella attuale di centrosinistra, senza strabismi o pregiudizi che non mi sono mai appartenuti, ad adottare tutti gli atti necessari a garantire il trasferimento dei servizi idrici dei Comuni alla Talete, purtroppo non ottenendo mai alcun concreto risultato. Questo perché sono stato sempre consapevole dell’assoluta necessità di un rapporto costruttivo con la Regione, per la risoluzione delle problematiche legate alla gestione del servizio idrico integrato nel territorio dell’Ato 1 Lazio Nord, un Ato debole che non può sopravvivere soltanto con il ricorso continuo all’aumento tariffario. Questa mattina era stato chiesto a tutti i sindaci un gesto di condivisione che però non è stato trovato. La presunta maggioranza dell’assemblea tanto sbandierata da Angelelli – tiene a precisare il presidente – era in realtà una minoranza rispetto al numero complessivo dei Comuni che rientrano nell’ambito territoriale. Fra i sindaci presenti non c’è stata affatto unanimità di vedute, visto che alcuni hanno lasciato la seduta prima del voto, altri si sono astenuti e altri ancora hanno votato contro. Di fronte ad uno scenario simile – ha aggiunto ancora Meroi – la Provincia ha votato contro, perché non è pensabile che ancora una volta si vadano a penalizzare le famiglie con l’aumento delle tariffe in assenza di una strategia unitaria fra tutti i Comuni su come far funzionare la Talete”.
“Quindi – attacca Meroi – non c’è stata nessuna volontà di affossare Talete da parte nostra, semmai un’azione responsabile in difesa dei cittadini. I quali non possono sobbarcarsi sempre l’onere di tenere in vita la società nel momento in cui da parte della Regione (non questa, ma tutte le maggioranze che si sono succedute), è sempre mancata la volontà concreta di accompagnare questo percorso con la ricerca di soluzioni condivise e soprattutto definitive. E’ vero, in tanti, troppi hanno cercato di affossare Talete, ma appare davvero singolare che Angelelli se ne sia accorto soltanto oggi quando improvvisamente ha indossato i panni del paladino della società in crisi e degli amministratori costretti alle dimissioni. Peccato soltanto che ad essere colpito è il bersaglio sbagliato, per finalità dal chiaro sapore demagogico e di parte. Il voto poi è risultato nullo in quanto a causa dell’uscita anticipata di alcuni sindaci è mancato il numero legale per approvare il punto. Soltanto 19 i comuni presenti, ancora una volta a dimostrazione – è la conclusione di Meroi – che ormai questo sistema non può continuare a sopravvivere così e che tutti ne dobbiamo prendere atto”.
“Angelelli – ha aggiunto il vicepresidente con delega all’Ambiente Paolo Equitani – non deve prenderla con la Provincia ma rivolgersi alla Regione, come abbiamo fatto noi sia quando a governare era la Polverini che oggi con Zingaretti Quella Regione a cui, nei giorni scorsi sono tornato a chiedere un incontro urgente, senza ricevere alcuna risposta, né il minimo segno di disponibilità. Questo è un Ato debole che non può sopravvivere senza un intervento della Regione in un’ottica di Ato unico regionale, anche perché gli aumenti delle tariffe non sarebbero altro che interventi tampone destinati a non risolvere il problema definitivamente. Nel momento in cui i cittadini già si trovano alle prese con i disagi causati dall’emergenza arsenico, è impensabile chiedere loro ulteriori sacrifici economici. Angelelli quindi – conclude Equitani – sta sbagliando bersaglio, deve rivolgersi a Zingaretti se vuole dare effettivo valore ad una battaglia che, così impostata come ha fatto oggi, appare soltanto dettata da logiche politiche, del tutto strumentali e fini a se stesse”.