E adesso sulla Asl viterbese si scatena la bufera. La presa di posizione del sindacato Fials, che ha dichiarato lo stato di agitazione, unita all’inquietante episodio verificatosi nei giorni scorsi, quando un uomo ha addirittura estratto una pistola per minacciare medici e infiermieri, ha portato alla luce (finalmente) un bubbone, quello del Pronto Soccorso di Belcolle, che Asl e Regione hanno tentato di tenere per troppo tempo sotto la sabbia.
Una questione politica? Forse, ma le autorità preposte (si dice così) provino a spiegarlo alle centinaia di cittadini che in questi mesi hanno avuto bisogno del’assistenza e che sono state costrette ad attese senza fine, dovute a carenza di strutture e di personale. Fatto è che ora l’opposizione viterbese fa quadrato per dare la sveglia a un manager sicuramente zoppo (ha ancora la carica di commissario straordinario) che non può continuare a vivacchiare.
Così, parte in quarta Claudio Ubertini, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale. “Mai come in questo caso – esordisce – è decisamente avvilente dover affermare che “noi lo avevamo detto”. Purtroppo siamo stati facili cassandre quando, insieme ai consiglieri regionali Sabatini e Sbardella e al consigliere comunale Santucci, visitando alcuni giorni fa il pronto soccorso dell’ospedale Belcolle e rilevando le molteplici criticità che lo caratterizzano, avevamo predetto ulteriori seri problemi per gli utenti e il personale della struttura. Ed ecco l’episodio dell’uomo in stato confusionale che l’altra notte con una pistola ha minacciato pazienti, medici e infermieri. Episodio fortunatamente conclusosi con un grande spavento senza che nessuno si sia fatto male”.
“Ascoltando lo sfogo del personale – prosegue Ubertini – ci eravamo subito resi conto della realtà dei fatti. Il sindacato Fials ha dichiarato lo stato d’agitazione, minacciando lo sciopero, perché i lavoratori del pronto soccorso di Belcolle sono veramente giunti al limite della sopportazione, ritenendo insostenibile ed esasperante la situazione creatasi. Pochi posti letto disponibili, personale ridotto all’osso e chiamato ad affrontare turni massacranti per dare risposta ai sempre più numerosi utenti che ogni giorno si rivolgono loro per ricevere cure e assistenza. Ora a tutto ciò si aggiunge anche il rischio per la propria incolumità personale sul posto di lavoro e per la salute pubblica. Non c’è da stupirsi della minaccia di uno sciopero da parte degli operatori sanitari”.
“È ora che Nicola Zingaretti – è la conclusione – presidente della Regione, spronata dalle relazioni dei consiglieri Sabatini e Sbardella, il direttore generale della Asl, Luigi Macchitella, il sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini, prima autorità sanitaria della città, si adoperino per risolvere i problemi e superare uno stato di criticità che per il pronto soccorso di Belcolle è senza precedenti. Il silenzio e l’indifferenza che ancora oggi le autorità competenti continuano a osservare al riguardo, oltre ad essere un segnale di scarsa attenzione per il territorio e per la sua gente, non sono più tollerabili. Nel rimarcare la nostra solidarietà agli operatori sanitari del pronto soccorso di Belcolle e agli utenti, vittime anche loro di una situazione assurda, assicuriamo già da ora il nostro sostegno ad ogni tipo di iniziativa messa in atto per portare all’attenzione di tutti la crisi della struttura. Il tempo delle chiacchiere e delle promesse da parte di chi dovrebbe intervenire e non lo fa è finito”.
Non le manda a dire neppure il direttivo comunale di FodAzione, che ieri ha diffuso la seguente nota:
Non bastava la carenza di posti letto; non bastava l’esiguo numero di infermieri in servizio; non bastava la mancanza di barelle e tante altre inaccettabili complicazioni che, con il tempo, hanno portato il “pronto soccorso” di Belcolle a vivere di sicuro il periodo più negativo della sua storia.
Le ultime notizie diffuse dalla stampa sulla proclamazione dello stato di agitazione del Personale con possibile indizione di uno sciopero di protesta, a seguito di un fatto di estrema gravità che ha visto un uomo in evidente stato delirante minacciare con una pistola non solo gli operatori in quel momento presenti, ma gli stessi pazienti in trattamento al “pronto soccorso” e i familiari che li accompagnavano, ci fanno riflettere su quanto di drammatico poteva accadere nei lunghi momenti di quella paurosa circostanza.
Prima ancora di questo grave episodio, Fondazione si era avvalsa della disponibilità dei consiglieri regionali Sabatini e Sbardella che hanno visitato nei giorni scorsi l’importante presidio di Belcolle per rendersi conto personalmente delle proteste esternate più volte dai dipendenti ed anche dalle persone che, giornalmente, affluiscono al “pronto soccorso” per essere trattati secondo la gravità della loro patologia.
E se i consiglieri regionali porteranno sul tavolo del presidente Zingaretti quanto hanno rilevato nella loro visita con il chiaro intento di sollecitarne un intervento risolutivo che tarda a realizzarsi, FondAzione prende atto che lo stato comatoso di Belcolle e il suo “pronto soccorso”, ormai sotto assedio, non hanno impensierito più di tanto i due soggetti che, più di altri, dovevano impegnarsi concretamente per trovarne la soluzione; stiamo parlando del commissario straordinario Macchitella e del sindaco Michelini che, udite-udite, domani taglieranno il nastro per il primo ambulatorio infermieristico della città di Viterbo, più precisamente del quartiere Carmine, alla presenza del sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali Luigi Bobba, un ambulatorio che sarà dotato di infermieri della Asl e di medici messi a disposizione dal Lions Club di Viterbo, per un servizio, rivolto alle persone che si trovano in una condizione di fragilità socio-economica.
FondAzione si augura che tale progetto possa funzionare al meglio per dare risposte sanitarie ai residenti del quartiere ma si augura anche che il sindaco di Viterbo ed il commissario della Asl possano a breve inaugurare, presso Belcolle, un “pronto soccorso” dove la gente trovi assistenza e prestazioni specialistiche erogate da un numero sufficiente di medici ed infermieri, dove i malati possano sistemarsi su un letto e non su una barella e, soprattutto, dove la gente non subisca minacciose incursioni di qualche esasperato mentale, addirittura armato di pistola come accaduto l’altro giorno.
Chissà se adesso il commissario Macchitella, ma anche i consiglieri regionali di maggioranza Panunzi e Valentini, nonché il sindaco Leonardo Michelini vorranno far sentire la loro voce su un problema da affrontare senza esitazione. O vogliamo aspettare che ci scappi il morto?