Il registro è pronto. Ora basterebbe di riempirlo. Semmai il rischio è quello che nessuno ci si voglia segnare. Ma “servisse pure per una sola coppia, era comunque un atto doveroso”, recita il mantra della consigliere porta-bandiera Melissa Mongiardo. Che a riguardo ha tanto dato e poco preso (se non cazzotti simbolici sullo stomaco).
Si chiude così una polemica, seppur sterile (stando ai fatti), partita in questi ultimi giorni. Antefatto: la logica illogica dei giochi di potere vuole che le colpe ricadano sempre e in toto sugli amministratori. Così, dopo il trasporto eccezionale di Santa Rosa, l’erba che cresce tipo giungla, la segnaletica assente della Francigena, le cavallette, i Monsoni, il Pronto soccorso, e chi più ne ha più e metta, è spuntata l’ultima grana intitolata alla combriccola di Leo Michelini. Stavolta al sindaco, anzi proprio alla Mongiardo, si è rimproverato il fatto di aver abbandonato le suddette coppie. “Sono passati ormai tre mesi dall’istituzione del registro delle unioni civili, ma ancora siamo in alto mare – dicono Emanuela Dei e Franco Marinelli in una nota congiunta – mi chiama una mia amica che, telefonando in Comune per avere informazioni a riguardo, dal centralino le hanno passato l’ufficio anagrafe. Qua non si sa molto, le viene comunicato”.
Olè. Ci risiamo. Dopo il ponte sullo Stretto e la mai apprezzata birra analcolica, eccoci di fronte all’ennesima opera incompiuta, verrebbe da dire. Per la gioia di quanti avevano marciato contro. Stile Crociate. E stile Vanni, per non far nomi. “E’ possibile che non si arrivi mai alla fine di nulla? – si sono chiesti ancora i rappresentanti di Arci lesbica e Solidarietà cittadina – e’ possibile che non si riesca a fare una cosa per bene? Come si può dare la possibilità ai cittadini di iscriversi, visto che già 180 comuni in tutta Italia hanno questo strumento?”.
Fermi tutti però. Ci pensa la Melissa. “Il lavoro politico è stato portato a termine – la pronta replica – gli uffici stanno provvedendo alle verifiche concordate. In quanto è stata adottata la famosa ‘equiparazione’ con le coppie diciamo ‘regolari’. Non dipende quindi da noi”. Colpa dell’anagrafe perciò. E di quel modo un po’ così che abbiamo noi di affrontare la burocrazia. Con calma.
In realtà forse il problema, a vederla bene, è un altro. Quello della comunicazione tra i membri della maggioranza. La conferma? “Dopo aver letto la nota mi sono subito voluta sincerare di come stesse procedendo la fase operativa – spiega Alessandra Zucchi, assessore ai Servizi demografici – All’ufficio anagrafe, nel consueto orario di sportello, e’ possibile iscriversi al registro. Ad oggi però nessuno si è fatto vivo”.
Ma questi due parole tra di loro le fanno mai?