Alzheimer. Se ne è discusso a Montalto. All’interno della casa di risposo Villa Ilvana. Un approfondimento mirato ed estremamente tecnico che rientra nei programmi del corso per operatori socio sanitari, che si sta svolgendo a Viterbo, ideato e strutturato dalla Fondazione Omnia onlus, in collaborazione con la Ausl della città papale.
L’incontro è iniziato la mattina presto, ed è proseguito fino a tarda serata. Il dottor Paolo De Angelis ha moderato il tutto, alternando in scrivania i pareri di diversi esperti.
La professoressa Luisa Bartorelli (presidente dell’associazione Alzheimer uniti, con sede in Roma), ha toccato le criticità legate all’approccio integrato alle demenze. “Occorre affrontare un percorso difficile – queste le parole della geriatra – attraverso un lavoro di team. Mettiamo lo stesso geriatra sulla punta dell’iceberg. Ma non ci dimentichiamo le altre figure, che non svolgono un operato di contorno, ma determinante. Penso al fisioterapista, piuttosto che agli infermieri e agli oss stessi. Che accompagnano il malato nella maggior parte della giornata. Solo loro possono rendere determinati servizi. Occorre sapere, saper fare, ma anche saper essere. In quanto la patologia è degenerativa. Si affronta in un percorso di affiancamento graduale. Ben vengano perciò questi seminari così interessanti”.
Alla dottoressa Silvia Ragni è toccato invece l’aspetto legato ai familiari (il caregiver), e alle attività di conservazione. “L’alzheimer è praticamente ‘sistemico’ – spiega – colpisce la persona e i familiari che la circondano. È quindi determinante per il nucleo intero avere sostegno. Ma anche formazione e informazione. Competenze tecniche relazionali. Le attività proposte mirano al mantenimento delle capacità conservate. Sul profilo della qualità di vita si può far molto. Sfera cognitiva, espressiva e motoria”.
Illuminante infine il parere del dottor Antonio Maria Lanzetti. “Di fronte all’anestesia totale delle amministrazioni politiche locali si ha una presa di coscienza da parte degli operatori e delle famiglie – tuona il presidente dell’ordine locale – che si espongono anche economicamente per la gestione di una patologia che cancella i propri ricordi e la persona stessa”. Il suo dibattito si è interamente incentrato sull’inquadramento clinico della demenza. Classificazione, come si diagnostica, come si cura, quali sono i riflessi a livello sociale.
Alzheimer, una malattia che si può curare
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