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L’oratorio: da don Angelo ai giorni nostri

Don Angelo Massi

Don Angelo Massi

Preghiera e divertimento, ovverosia l’oratorio. Da quello, rimasto famoso nella storia, di don Giovanni Bosco, che a metà del 1800 decise di radunare attorno a sé tutti i ragazzi disagiati di Torino, a quelli che sono cresciuti via via in tutt’Italia, per merito di tanti parroci che – nel corso dei decenni – hanno cresciuto ed educato milioni di giovani generazioni. Fino a quello – ipermoderno – di don Antonio Mazzi, guida spirituale e materiale di Exodus (l’associazione ramificata in tutt’Italia che si occupa di diversamente, abili, disadattati, tossicodipendenti e quant’altro), che ha rotto tutte le barriere del tradizionalismo affidandosi a veri e propri show per coinvolgere i giovani e guidarli verso una vita in cui i valori abbiano ancora un significato.

In mezzo a tutto ciò Viterbo celebra oggi (ore 17,30) in Sala Regia don Angelo Massi, 84 anni portati bene, storico parroco del Pilastro negli anni ’50 e ’60, che dell’oratorio fece una bandiera in un quartiere popolare, sorto nel primo dopoguerra, dove la parrocchia era l’unica alternativa alla scuola e alla famiglia.

Si partirà proprio dal libro scritto da don Angelo in occasione dei sessant’anni della parrocchia del Sacro Cuore dal titolo “I ragazzi del Pilastro di tanti anni fa” (pubblicato grazie al contributo della Banca di Viterbo), che ripercorre la storia del quartiere dal 1953 al 1970. Un volume ricco di aneddoti e di fotografie di quel tempo pionieristico che oggi, coloro che lo hanno vissuto, ricordano con nostalgia. Si partirà dal libro, si diceva, per discutere, insieme al sindaco Leonardo Michelini, la valenza dell’istituzione oratorio nell’era attuale. Della sua importanza. Della sua azione, in un mondo che è totalmente cambiato e dove le distrazioni sono aumentate a dismisura e divenute consumismo anche per i più piccoli. Ma dove è ancora più necessario inculcare nei giovani quei valori che possono rendere la società migliore di quella attuale.

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