“Cara Donatella, dovete mettere fine a questa vergogna , come italiana mi sento offesa e disgustata per un comportamento che non ha precedenti nella storia”. E’ stato sufficiente questo mio commento fu Facebook allo sfogo dell’onorevole Donatella Ferranti, relativamente agli episodi di violenza in parlamento e alle offese al Capo dello Stato, per scatenare tanta rabbia nei miei confronti.
Perentorio e autoritario è stato il messaggio privato che mi è arrivato nel pomeriggio appena entrata nel social network: “ Togli quel messaggio che non mi piace”. Ovviamente la mia risposta è stata negativa, ed allora a raffica, prima una serie di insulti, l’ultimo dopo quelli di rito più becero: “viscida pieddina”, ma sarebbe stato per così dire il minimo se non avesse concluso con : “Occhio che trovo dove abiti e ti vengo a tagliare la gola, Ora inizio a entrare nel tuo pc, poi vedi che succede”. E in effetti il mio pc è andato in palla.
Sono sincera, in quel momento ho pensato mille cose, che avevo una figlia, una nipotina piccola, e che, chi si cela con uno pseudonimo potrebbe essere chiunque, anche il tuo vicino di casa. Poi la tensione della denuncia, sapere che forse era lontana non mi tranquillizzava, ma sapevo che non si poteva abbassare la guardia, e continuare la vita di tutti i giorni.
Certo, ora sapere che le indagini si stanno concludendo positivamente mi tranquillizza non poco, ma mi fa in ogni caso fare una serie di riflessioni.
Oggi Facebook è alla portata di tutti, specialmente dei giovanissimi, che postano sul social network di tutto e di più. Non è più un gioco per scherzare con gli amici, scambiare foto, condividere pensieri, è solo un modo per scaricare tutti gli istinti repressi di adolescenti, giovani e anziani. Un luogo dove con un nome fasullo puoi insultare chiunque, puoi mettere le foto peggiori, le frasi più volgari. Ma che educazione ne trarranno i nostri figli? Quanto inciderà nella loro mente questo permissivismo senza freni e inibizioni?
Io credo che occorre porre fine a tutto ciò, almeno con una legge che possa regolamentarne l’accesso e riuscire ad evitarne l’uso improprio. E’ brutto arrivare sempre agli eccessi, ma ancora più brutto, ma soprattutto dannoso, arrivare a mettere una pezza, quando non si riuscirà più a coprire il buco.