Portate un chilo di gessetti e tutta la fantasia possibile. Che oggi si disegna. Per terra. Come i madonnari. Ma senza piattino a fianco e soprattutto per il solo spirito di divertimento. Prosegue il progetto sponsorizzato dal Comune, quello sparso per le varie piazze (finalmente) senza auto in sosta. E denominato (mai termine fu più adatto) Ztl.
A piazza del Gesù (dalle 15 alle 19) sarà la volta di Cantieri dell’arte. Quel mega contenitore targato Arci. L’evento si chiama up@giotto, ed è una sorta di gioco collettivo all’aperto progettato da Alessandro Ceresoli e A12.
Ceresoli sviluppa il suo lavoro confrontandosi con progetti che richiedono spesso una complessa elaborazione, anche impegnandosi in situazioni dove la dedizione e la volontà̀ diventano elementi portanti. Media e tecniche differenti. A12 è un collettivo di architetti, fondato a Genova nel 1993, che affronta in maniera trasversale, incrociandoli e sovrapponendoli, i temi dell’architettura, dell’urbanistica e dell’arte contemporanea, con sede a Milano. Ne sono membri associati: Andrea Balestrero, Gianandrea Barreca, Antonella Bruzzese, Maddalena De Ferrari, Massimiliano Marchica. Innumerevoli i riconoscimenti su scala nazionale.
Ma veniamo al prodotto. Realizzato per la prima volta nel 2010 nelle strade di Città del Messico, Giotto prevede la partecipazione dei passanti a una gara di “disegno dettato”. Quaranta carte più una, formano il mazzo dove la variabile (il +1) e’ la carta che rappresenta in qualche modo la città ospitante. I giocatori pescano a turno una carta sulla quale è riprodotto un disegno che devono descrivere agli altri. Questi ultimi disegnano ciò che viene loro illustrato sulla strada, con gessetti bianchi o colorati. Quando tutti hanno finito, la carta viene svelata e viene votato l’elaborato che più si avvicina all’originale. L’intento è quello di attivare l’attenzione e il coinvolgimento degli abitanti del quartiere. E non solo, col passare delle ore l’area sarà progressivamente coperta da schizzi che vanno a costituire un unico grande intervento artistico, allo stesso tempo collettivo ed effimero.
“Giotto è un gioco povero come quelli con cui si divertivano i nostri padri e i nostri nonni – spiega Ceresoli – quelli che si facevano usando noccioli di frutta, sassi, tappi di bottiglia e molta fantasia. Aggrega le persone, diverte e attraverso i disegni fatti sui marciapiedi, nelle piazze o sulle strade, lascia una traccia che non inquina, destinata a sparire in pochi giorni”.
Non siate ingessati quindi. Partecipate.