Il gesto è da ammirare, anzi d’Almirante. Perché fare un comizio proprio qui, nella piazza che tante volte ha ospitato Giorgio Il Grande negli Anni di piombo, quando in tutta Italia fischiavano le pallottole e invece qui, nella piccola e tranquilla Viterbo, il segretario del Movimento sociale italiano poteva venire a parlare liberamente, ad una folla attenta, competente, militante e sicuramente conservatrice, è un atto di coraggio. Ieri sera c’era Giorgia Meloni, la segretaria di Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale (l’erede più filologicamente attendibile del Msi di allora), ma la differenza si è vista, eccome.
Piazza delle Erbe è cambiata, così come sono cambiati i viterbesi. E d’accordo – attenuante generica -: questo era un comizio per le elezioni europee, di per sé coinvolgenti poco o punto, ma il vuoto si è visto. Intanto, poca gente: ad occhio i candidati alle ultime comunali e i relativi parenti, più gli uomini d’area (il segretario della Confartigianato De Simone, il presidente della Talete Fedele), qualche simpatizzante più o meno a sorpresa tra notai e monarchici, e un po’ di bella gioventù. Poi, la cornice: quasi commovente il tricolore a prendere tutto il palazzo di fronte alla fontana, così come sono ficcanti le maglie dell’organizzazione con scritto “Marò liberi” (la risposta civile a “Speziale libero” di Genny ‘a Carogna), ma la gente che continua a cenare tra hamburger e tortillas, e quelli che si permettono pure di leccare un cono gelato, no. Ai tempi del vecchio Almirante non sarebbero davvero apparsi.
Eppure ci sono, eppure bisogna andare avanti, anche se il palco è defilato nella piazza, mezza occupata da tavoli e ombrelloni di un locale. Dopo l’inno di Mameli, introduce il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Paolo Bianchini, al suo fianco il coordinatore regionale Marco Marsilio e il candidato viterbese Massimo Giampieri: “Sono emozionato e orgoglioso nel parlare in questa piazza – ha detto Bianchini – dove mio padre mi portava ad ascoltare Almirante – E sono fiero di presentare Giorgia Meloni, il nostro segretario, colei che ci ha portato fuori dalla melma del Partito popolare europeo. E che a questa tornata, per la prima volta, potremo votare”. Segue indicazione: “Votiamo Giorgia, e il nostro Massimo Giampieri, che ha accettato una candidatura con poche speranze di successo, la terza preferenza è libera”.
Tocca a Giorgia, che però non canta “Come saprei” o “Di sole e d’azzurro” ma parla. E rimedia subito alla mezza gaffe di Bianchini: “Paolo, tu hai detto che quella di Giampieri è un’elezione impossibile. Be’, lo stesso dicevano quando si presentò come sindaco di Civita Castellana: abbiamo visto come è finita, è stato eletto”. Applausi. La Meloni, per quanto stanca da una campagna elettorale senza confini e senza riposo, alla fine è l’unica un po’ almirantiana in questa serata mezza nostalgica e mezza proiettata nel futuro. Soprattutto quando dice: “Oggi la campagna elettorale la fanno al computer (Grillo, ndr) o in televisione (Renzi, ndr), noi l’abbiamo sempre fatta in piazza, perché per noi la politica è guardare la gente negli occhi”. Lo diceva anche Giorgio Il Grande, a Viterbo. Peccato che davanti a lui c’erano molti più occhi, meno gelati e sicuramente più voti.
ha…la campagna elettorale Grillo ed il M5S la fanno al pc? ma che film hai visto cara Giorgia?abbiamo le piazze strapiene,anche quando parlano i deputati e parlamentari..te ne accorgerail l’11 quanta gente ci sara’ a vedere i ragazzi del movimento..
Meno male che c’è gente che ancora crede alle favole dell’arruffapopolo Grillo…