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Contro la pedofilia serve la prevenzione

pedofiliaLa giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia è stata istituita con legge 4 Maggio 2009 n.41 su iniziativa  dell’on. Barbareschi,  principale promotore del disegno di legge presentato in Parlamento.  La celebrazione della giornata,  giunta alla sua IV edizione, ricorre il 5 maggio di ogni anno.

La prima  si è tenuta il 5 maggio 2009 e da allora rappresenta un importante momento di riflessione per l’azione di prevenzione e contrasto del fenomeno.

Gli abusi sessuali a danno di minori, talvolta anche giovanissime vite, costituiscono una delle forme peggiori di violenza che la nostra società possa conoscere e che, purtroppo,  rimane fra le meno denunciate: si pensi al fatto che la maggior parte dei casi riguarda bambini o bambine il cui abuso ha come scenario le mura domestiche o altri circuiti di fiducia.

L’Italia si è dotata, già da molti anni, di uno dei sistemi normativi più avanzati in ambito comunitario e internazionale, per quanto concerne il contrasto al fenomeno. E grazie alla recente ratifica della Convenzione di Lanzarote, il nostro Paese si è impegnato a garantire, oltre ad un’efficiente azione di repressione del crimine, anche la massima protezione delle vittime, ed efficaci misure di prevenzione di questo turpe fenomeno.

Credo che non vi siano contesti o realtà che possano dichiararsi immuni da questo fenomeno: è necessaria un’azione congiunta con il coinvolgimento di tutti. La creazione di una cultura di prevenzione deve costituire l’obiettivo primario nella lotta alla pedofilia.

Purtroppo, anche nella nostra città e nella nostra provincia sempre di più accadono fenomeni di questa natura, che stanno sconvolgendo le nostre menti e i nostri pensieri, soprattutto rivolti a quelle giovanissime vittime che saranno segnate per tutta la vita.

Come istituzioni dobbiamo mettere in campo tutto ciò che è in nostro potere, e fare rete, cosa che non si sta rivelando difficilissima specialmente con le tante associazioni di volontariato presenti sul nostro territorio, attente e virtuose.

Auspico inoltre,  che le piccole vittime di questi crimini trovino la forza ed il coraggio di denunciare ciò che hanno subìto, anche e soprattutto attraverso il sostegno di reti familiari e sociali più consapevoli e protettive, che possano aiutarli ad uscire dal silenzio e dalla solitudine in cui spesso si chiudono. Ma soprattutto trovino la forza di ricominciare a “nutrirsi di vita”, quella vita che in parte già gli è stata sottratta”.

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