Ormai nella Tuscia è sicuramente il politico più in vista. Anche se, le rare volte che ormai passeggia per Viterbo, i tanti che lo conoscono gli si rivolgono col classico “a Pe’”. Giuseppe Fioroni sa che la consultazione elettorale di domenica prossima è fondamentale per l’Italia e importantissima anche per la Tuscia, sempre in attesa di una rivoluzione copernicana che sembra non arrivare mai. E, alla vigilia del voto, analizza la situazione del Paese e del suo territorio, senza mancare di illustrare quelle prospettive in cui credono lui e il partito in cui milita.
Allora, onorevole Fioroni, perché bisogna votare Pd?
“Perché è l’unica forza politica in grado di garantire cambiamenti e innovazione, di cui il Paese ha bisogno. Ed è l’unica coalizione in grado di sconfiggere Berlusconi. Una coalizione unita e con un forte senso di responsabilità, che ha pure saputo dire no alla sinistra radicale e antagonista”.
Berlusconi promette la restituzione dell’Imu e l’abbassamento delle tasse. Il Pd invece?
“Berlusconi, nel primo Consiglio dei ministri in cui vorrà approvare l’abolizione e la restituzione dell’Imu, dovrà anche proporre la depenalizzazione del reato di truffa, quello cui faranno ricorso tutti i cittadini presi in giro da una proposta inesistente. Per recuperare credibilità abbiamo dovuto modificare l’articolo 81 della Costituzione, inserendo l’obbligo di non approvare più proposte di legge senza idonea copertura. Berlusconi sa bene che non si può spendere oggi ciò che si incasserà tra cinque anni. Il Pd promette il suo impegno per far tornare a crescere l’Italia in equità e con il lavoro”.
Vuole sciogliere una volta per tutte, magari prima del voto, il mistero della possibile o impossibile alleanza col centro di Mario Monti?
“Io sono convinto che il centrosinistra vincerà, sia alla Camera che al Senato. E soprattutto: se gli italiani vogliono evitare ritorno di Berlusconi, sappiano che l’unico voto buono è quello al Pd. Detto ciò, dico che non c’è alcuna possibilità di grandi coalizioni, perché il discrimine è tra chi persegue una politica antieuropeista, demagogica e populista e gli altri. In questo ambito, se sarà necessario, Monti sarà un interlocutore autorevole. E Monti sbaglia se non riconosce a Vendola di essere uno dei migliori presidenti di regione, stimato in Europa, che ha saputo attrarre investimenti stranieri, migliorare il sapere dei propri studenti e creare nuova occupazione”.
Dunque non c’è il rischio che nasca un governo debole, con alleanze innaturali, come quella dell’Unione nel 2006? E che magari si torni a votare a breve?
“Non c’è nessun rischio di ripetere l’Unione perché il Pd ha saputo scegliere. Ha detto no a Di Pietro, ai Verdi e a tutte le sinistre antagoniste. Ha compiuto una scelta di responsabilità, di credibilità e di affidabilità”.
Col senno del poi, ritiene che con Renzi candidato premier la vittoria del Pd sarebbe stata in carrozza?
“Renzi è una risorsa del Pd per oggi e per domani. Alle primarie però, ha stravinto Bersani e Bersani vincerà anche le elezioni. E’ l’uomo giusto per questo momento”.
La preoccupa il fenomeno Grillo?
“Mi preoccupa la trasformazione di Grillo nell’altra faccia di Berlusconi. L’altra faccia di una destra populista, demagogica e qualunquista. Un megafono che cavalca la protesta, anche giusta, ma che propone capri espiatori invece di assumersi la responsabilità di proposte in grado di rimuovere le ragioni della protesta”.
Però molte delle cose dette dal comico genovese (abolizione del finanziamento ai partiti, riduzione dei parlamentari, ineleggibilità dei condannati) avrebbero potuto tranquillamente essere cavalli di battaglia del centrosinistra. Perché glieli avete regalati?
“Solo per memoria, in un Paese che dimentica tutto: è stata una proposta del Pd la riduzione del 50 per cento del finanziamento pubblico approvata in Parlamento; come sono del Pd le proposte per la riduzione del 50 per cento dei parlamentari e per la riduzione progressiva di una miriade di enti inutili. Proposte che si sono arenate perché non condivise dagli altri partiti”.
Oggi il primo problema degli italiani è il lavoro. Cosa intendete fare per rimettere in moto l’economia?
“Occorre una diversa pressione fiscale che aiuti le famiglie e chi investe nelle aziende. C’è pure la necessità di un sistema creditizio che ritorni a fare la banca e la smetta di occuparsi di speculazioni finanziarie, con scarso senso etico. Bisogna favorire chi assume giovani e donne e chi assume nel Centro Sud. Va anche rinegoziato il patto di stabilità dei Comuni, affinché possano pagare i fornitori e realizzare le opere per le quali hanno soldi in cassa. E bisogna dare certezze sul pagamento ai creditori degli enti pubblici”.
Adesso parliamo di Viterbo. Il centrosinistra avrà quattro deputati e un senatore viterbese. La Regione sarà quasi certamente vinta da Zingaretti, con Panunzi e Valentini eletti pressoché sicuri. Cosa si deve aspettare la Tuscia?
“Si deve aspettare un cambio di pagina, dopo essere stata considerata l’ultima provincia dell’impero. Vanno portate avanti iniziative di riequilibrio contro l’idrovora Roma da una classe politica che sappia tutelare gli interessi del territorio. Il centrosinistra in questo ha tutte le carte in regola perché in passato lo ha dimostrato. Basti pensare all’inserimento della Tuscia nel credito d’imposta, capace di generare occupazione; agli interventi per l’università; alla legge sulle Terme Inps; all’ammodernamento della ferrovia; alla realizzazione della Trasversale; ai fondi per l’Interporto di Orte; all’individuazione dell’aeroporto. Tutte cose che si sono interrotte coi governi di centrodestra”.
A proposito di aeroporto: Sposetti lo sta facendo resuscitare. Lei che dice?
“Sposetti ha ragione sul provvedimento del Governo, giacché la conferenza Stato-Regioni deve dare un parere obbligatorio. Però, prima di guardare a quanto deciso dal ministro Passera bisogna prendere in considerazione le responsabilità degli enti locali e del governo di Berlusconi, che in quattro anni non hanno combinato un bel nulla”.
La sanità regionale è in profonda crisi. Quali sono le ricette del centrosinistra per risollevarla?
“Innovazione e rilancio del sistema nazionale. Cosa ancora più urgente nel Lazio. Oggi si vive 30 anni di più rispetto a prima, ma la non autosufficienza non è prevista in nessun capitolo di bilancio dello Stato. Le malattie croniche e degenerative sono i bisogni più urgenti della gente. Va attuata una ristrutturazione della rete per acuti a favore di un’organizzazione di assistenza territoriale e domiciliare. E ancora: gli ospedali che abbiamo devono essere all’altezza. Non ci possiamo più permettere tanti ospedali, la cui qualità è ferma, se va bene, a dieci anni fa”.
Il prossimo manager Asl sarà un altro fioroniano?
“Lo sceglierea il presidente Zingaretti e dovrà essere capace, competente e in grado di risolvere i problemi di Viterbo”.
Comune: l’operazione Michelini non è un po’ spericolata, visto che nasce da un accordo tra lei, Sposetti e addirittura Gigli?
“Credo che siano spericolate le narrazioni – direbbe il mio amico Vendola – che provano a mettere sulla testa di Michelini questo o quel cappello. E soprattutto quelli che non hanno elementi oggettivi da contrapporre a una candidatura forte e autorevole, con qualità etiche e morali. Insomma, si pensa di offuscare una candidatura sulla base di amicizie o conoscenze, ignorando invece le capacità e le competenze di chi vive del suo e di chi ha raggiunto risultati importanti nella propria attività professionale. Questa però è la battaglia di uomini nani che non hanno da contrapporre idee o autorevolezza. E allora contrappongono il solito chiacchiericcio. Piuttosto, vedo un eccesso di autocandidature a sindaco di gente che in fin dei conti forse aspira a fare il consigliere comunale coi voti degli altri”.
Questo sarà il suo ultimo mandato?
“Io mi auguro che col Pd al Governo sia finalmente modificata la legge elettorale e vengano restituite le preferenze. A decidere queste cose devono essere gli elettori”.