Un pullman di turisti cinesi approda al Central park di New York. Arriva il classico poliziotto di colore e nega l’ingresso. “C’è tramontana – spiega l’agente – oggi non si può entrare. Andate a fare shopping sulla Fifth Avenue”. No, non è l’attacco di un film di fantascienza. E nemmeno una scena minimamente possibile nella Grande mela. Ma a Viterbo sì, anzi a Bagnaia sì.
Ci eravamo già occupati su queste colonne dello stato di salute dei diversi giardini comunali. Sottolineando come nella frazione del “focarone” la Villa (così la chiamano i residenti) sia maltrattata, poco sfruttata (business sarebbe business), e custodita un po’ così. Alla volemose bene. Tra alberi in caduta libera, orari d’apertura creativi, e altri mille piccoli (grandi) dettagli. Dopo il passaggio di Viterbopost qualcosa comunque s’era mosso, come poi a Pratogiardino. Operai spediti sul campo all’alba, macchinari a tutto gas e faccia (quasi) salva. Quasi, perché va ricordato che Villa Lante è pur sempre il miglior parco d’Italia 2011. Non un orticello quindi, bensì una risorsa (l’unica in loco) che potrebbe dar lavoro a metà popolazione residente. Potrebbe.
In ogni caso, un paio di mesi vissuti tra acquazzoni, inediti monsoni, anomalo clima primaverile e chi più ne ha più ne metta, non hanno di sicuro aiutato. Tant’è che proprio ieri, col riaffacciarsi del vento, s’è riaffacciato pure il problema. E non la soluzione (ovvio). “Le sconsigliamo la passeggiata – queste le parole dello staff, al cancello – Non si sa mai, cadesse qualche ramo”. Silenzio. Perché in altro modo non si può reagire se non rimanendo pietrificati. Poi però seguono gli interrogativi. Perché? Come mai non si riesce a custodire una zolla di terreno? Manco si trattasse dell’Amazzonia. La prima risposta, la più nitida, si appella totalmente alla burocrazia. Il parco è nelle mani della sovrintendenza. Il che in primis discolpa quanti ci lavorano dentro (costretti a dare spiegazioni folli come quella appena descritta, col rischio di essere linciati e messi sotto sale). Secondo poi rallenta ogni tipo di operazione. Se precipita un rametto occorre telefonare. Arriva il tizio preposto. Che chiama la ditta adatta. Che tarda. E così via. Come se poi non ci fossero già dei giardinieri, pagati però per falciare e assimili. Non per interventi straordinari.
Secondo punto. Il vento tira in tutto il mondo. Perché solo a Bagnaia cadono gli alberi? E qui spunta la voce di chi la Villa la bazzica da sempre. “Per quanto ne so io hanno innaffiato troppo e per troppi anni – dice il vecchietto che ci passeggia spesso – Quindi ora è tutto fradicio. Pare che potrebbero recuperare mettendo ghiaia intorno alle radici, ma l’operazione costa e i soldi non ci sono”. Che tradotto vuol dire: attendiamo ancora un po’ che a breve gli arbusti più alti saranno le margherite.
Bisogna subito correre ai ripari, c’è il serio rischio che qualche ramo cada sulle corna dei nostri cari politicanti!