21112024Headline:

Anche la Tuscia vittima del gioco d’azzardo

slot-machinesC’è un’industria in Italia che non conosce la crisi: il gioco d’azzardo. E’ la terza per “fatturato” e aumenta ogni anno il suo giro di affari che è stimato in 76,1 miliardo di euro. Quello illegale, in mano alle organizzazioni criminali, secondo il dossier “Azzardopoli” di don Luigi Ciotti, ha un giro d’affari di 10 miliardi di euro e ogni italiano – neonati compresi nella statistica – nel 2011, ha speso 1.260 euro per tentare la fortuna. E già sono oltre 800 mila i giocatori ‘patologici’ con dipendenza psicologica ed economica.

E questa epidemia sociale si sta abbattendo anche sulla Tuscia con centinaia di giocatori “compulsivi”, persone che non riescono a smettere di tirare la fatidica leva delle slot machine o di scommettere forte nella speranza di una vincita colossale che potrebbe rimettere a posto tutto. Ma che loro sarebbero disposti a rimettere di nuovo in gioco.

Anna Rita Giaccone (neurologa direttore del Sert della Asl di Viterbo che segue circa 1.700 pazienti tra alcolisti, drogati e giocatori compulsivi – altrettanti utenti arrivano al servizio per accertamenti medico-legali causati da guida senza patente o in stato di ebbrezza) – e Luca Piras (sociologo della Provincia ed esperto in interventi di self-elp) confermano la crescita esponenziale dei giocatori patologici e anticipano: “Le richieste d’accesso al servizio, che è pubblico e gratuito, sono in costante aumento tant’è che presto potremmo non essere in grado di accogliere tutti. Il nostro è un osservatorio privilegiato che ci permette di constatare l’andamento del problema in drammatica estensione, come indica il numero sempre crescente di persone che ci chiede aiuto”.

Ai gruppi di auto-mutuo aiuto si arriva per lo più solo dopo liti furibonde in famiglia, assenze ingiustificate da casa e dal lavoro, irritabilità e sbalzi d’umore, stati di confusione emotiva e cognitiva, attacchi di panico e la preoccupazione degli operatori del settore è tale che hanno inviato una lettera ai sindaci chiedendo <di contrastare il fenomeno bloccando magari le autorizzazioni per  nuovi esercizi del gioco d’azzardo, vietando sale da gioco vicino a scuole, ospedali, uffici postali e avviare campagne d’informazione sul territorio>.

Ma ai gruppi Ama arrivano solo uomini o il gioco compulsivo sta coinvolgendo anche le donne?

“E’ una malattia – riconosce L. C., una donna che racconta la sua vicenda una volta rassicurata sull’anonimato – che mi stava facendo perdere tutto: marito, figli e per fortuna che la casa non era a mio nome, altrimenti forse sarei arrivata a venderla. E ci saremmo trovati in mezzo alla strada”.

Non è orgogliosa di se stessa per aver messo in pericolo la famiglia con il suo vizio, ma lo è per come è riuscita a tirarsi fuori da quel tunnel che la stava spingendo sempre più in basso, pronta a ricorrere a bugie e sotterfugi pur di soddisfare la sua voglia di azzardare.

“Ho sofferto le pene dell’inferno perché mi sembrava che i soldi mi bruciavano nelle mani, avevo sempre voglia di giocare, ma mica dieci euro, centinaia e centinaia. Video poker, gratta e vinci, lotto, scommesse un’ossessione che mi teneva in ansia, sulla corda. Anche perché dovevo trovare il modo di nascondere dove andavano a finire i soldi del mio stipendio che sembrava sempre sfumare in mille rivoli ingiustificabili, tanto che avevo pensato di ricorrere ai cravattari”.

Però non è arrivata a tanto e s’è tirata fuori dal gorgo dell’azzardo. “Se non c’erano i gruppi Ama e la mia famiglia, non so se ce l’avrei fatta. Marito e figli mi sono stati vicini e hanno patito con me per arrivare a capire il motivo di questo comportamento aberrante. E’ stata dura ma insieme ci siamo riusciti”.

Policy per la pubblicazione dei commenti

Per pubblicare il commenti bisogna registrarsi al portale. La registrazione può avvenire attraverso i tuoi account social, senza dover quindi inserire ogni volta login e password o attraverso il sistema di commenti Disqus.
Se incontrate problemi nella registrazione scriveteci webmaster@viterbopost.it

Pubblica un commento

Per commentare gli articoli, effettua il login attraverso uno dei tuoi profili social
Portale realizzato da