Le uscite didattiche a Viterbo si fanno a piedi. Il Comune quest’anno ha dismesso il servizio di scuolabus per le gite. E così ci si affida ai privati. Accade ad esempio alla scuola dell’infanzia San Sisto dove per guidare i ragazzini alla scoperta del territorio le insegnanti si sono dovute affidare ai pulmini pagati grazie a un contributo della Fondazione Carivit, di alcuni sponsor privati e della solidarietà dei genitori.
Il 2013 si apre con una disfatta del Comune sul fronte della scuola. Pensiamo al caos creato dal distratto assessore Massimo Fattorini che si è dimenticato di proporre la necessaria variazione di bilancio finalizzata a rivedere i costi del servizio, da 4 milioni a 5,2 milioni di euro da spalmare sul prossimo triennio. Con la conseguenza che aumenteranno i costi per le famiglie oppure saranno ridotti i pasti, passando dai 265 mila dello scorso anno, ai 185 mila del 2013, lasciando a digiuno migliaia di piccole bocche.
Ora ci si mette la dismissione del servizio di scuolabus. “Questo come dire che c’è un tessuto civile e sociale che risponde con creatività e impegno – denuncia una maestra, Giovanna Gobattoni – a fronte di una amministrazione che nega diritti acquisiti”. Ma l’insegnante critica anche altre scelte, come la negazione dei buoni pasto gratuiti alle famiglie disagiate dei bambini della scuola dell’infanzia con la motivazione che non è scuola dell’obbligo. Tra attacchi di amnesia degli amministratori e scelte mirate di taglio degli investimenti il diritto allo studio da universale rischia di diventare elitario.