Che cos’è il Genius Loci? “E un’entità naturale e soprannaturale – spiegano le enciclopedie digitali – legata a un luogo e oggetto di culto nella religione romana. Tale associazione tra Genio e luogo fisico si originò forse dall’assimilazione del Genio con i Lari a partire dall’età augustea. Secondo Servio, infatti, nullus locus sine Genio (nessun luogo è senza un Genio)”.
Un denso saggio su quello che potremmo anche definire lo spirito dei luoghi è stato composto da Francesco Mattioli, docente di Sociologia visuale all’università di Roma alla Sapienza, per Bonanno Editore: Genius loci, pp. 144, euro 16. “La ricerca socioantropologica – spiega l’autore nell’introduzione – grazie ad innovative metodologia visuali, può offrire suggestivi suggerimenti per rileggere la città nelle sue identità significative, nelle sue peculiarità che permettono a ciascun individuo di ritrovare sé stesso nei luoghi che frequenta e che gli sono familiari”.
Mattioli torna dunque a dettare un volume sulle sue discipline d’elezione. Negli ultimi anni, infatti, dopo aver ricoperto il ruolo di assessore alla Cultura alla Provincia (1993- 1997), si era dilettato a comporre “L’altra Sindone” (editore A&B, pp. 304, euro 18), un romanzo che indaga sui misteri del lenzuolo di lino, conservata nel duomo di Torino, sul quale è visibile l’immagine di un uomo che porta segni di maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella Passione di Gesù.
Ma anche una guida turistica della città dei Papi (Dentro Viterbo. Breve ma intenso viaggio nella città, Bonanno editore, pp. 147, 15 euro) scritta mo’ di dialogo tra il passeggere (nello specifico un turista milanese, giornalista-scrittore che, “se ne fosse valsa la pena”, al ritorno avrebbe poi scritto “un pezzo per la terza pagina del giornale”) e una guida d’eccezione: Friscello (sotto le cui spoglie si cela il giullare Frisigello, una delle sei meraviglie – o Nobiltà – della Viterbo del XII secolo).