Adesso la Tuscia guarda all’Est. Obiettivo, vendere il turismo viterbese a tour operator del mercato, russo, sloveno, perfino romeno. Mille incontri tra ”buyer”, cioè compratori, e rappresentanti di aziende locali per favorire il possibile acquisto di pacchetti e ridare così fiato ad agriturismi, alberghi, palazzi storici, ristoranti, camping, associazioni di varia natura, aziende specializzate nel made in Tuscia.
Il Workshop della settima edizione di VisiTuscia ha prodotto risultati interessanti anche se non brillantissimi, perché organizzato appena a ridosso del Buy Lazio. Oltre settanta gli ”operatori di offerta” in rappresentanza di più di 100 aziende locali; decine i tavoli di trattative allestiti nel salone del Grand Hotel Salus. I risultati finali, ovviamente, arriveranno nelle prossime settimane, ma mediamente un incontro su tre registra riscontri positivi. Come dire che almeno trecento operatori turistici viterbesi potranno contare, in un futuro più o men prossimo, su presenze straniere provenienti dall’Est. Russe in particolare: 11, su 22, i tavoli aperti con ”buyer” dell’impero ex sovietico. Promettente anche la presenza di ucraini, sloveni, romeni. A tutti è stato offerto, nel corso di una ”due giorni” di visite guidate, il classico antipasto di ciò che il menu della Tuscia è in grado di presentare in termini di patrimonio storico, culturale, paesaggistico. E, naturalmente, in termini gastronomici e prodotti dell’agricoltura più in generale.
Che la provincia viterbese sia tra le più attraenti e fascinose della penisola era noto, fondamentale era e resta la sua valorizzazione, troppo spesso portata avanti a strappi e senza una effettiva collaborazione tra i vari gestori politici e imprenditoriali. Oggi emerge la necessità di ampliare il bacino di riferimento ed è ciò che stanno studiando gli organizzatori di VisiTuscia che puntano a ”vendere” l’intero pacchetto Etruria, ovvero il prodotto di una regione vasta che comprenda parte della Toscana (province di Grosseto e Siena), dell’Umbria (provincia di Terni) e la parte nord-ovest della provincia di Roma che va da Cerveteri a Civitavecchia. «Dal prossimo anno – promette Vincenzo Peparello, ideatore della manifestazione – ci apriremo a nuovi orizzonti. La nostra mission non è tanto quella di far incontrare operatori della domanda e dell’offerta, ma accreditati partner commerciali».
E la nausebonda kaffeina, che dice la nauseabonda kaffeina a proposito del turismo?