23112024Headline:

Sprechi alimentari: vanno limitati

spesa-supermercatoIeri è stata la Giornata mondiale dell’alimentazione. Una giornata che ci deve far riflettere – oggi e per tutti i giorni a venire – sugli sprechi alimentari e sul loro costo per l’ambiente e la vita dei cittadini. Su come l’Occidente, e in particolar modo l’Italia, consuma a fronte di una crisi sociale senza precedenti e di famiglie che ogni giorno precipitano nella povertà. A fronte di gran parte del pianeta dove in molti casi uomini, donne e bambini si trovano ancora in uno stato di vera e propria sopravvivenza. Una giornata per pensare anche e soprattutto a come uscire da questa situazione a dir poco drammatica.
Come gruppo consigliare di Per il Lazio ci faremo a breve promotori di una serie di iniziative incentrate su tre assi: 1) riduzione degli sprechi di cibo garantendo la piena utilizzazione dei prodotti e riduzione dell’impatto di packaging e porzioni. Riduzione infine del deterioramento del cibo mediante filiere corte a chilometro zero. Il cibo che resta inutilizzato, ma che è ancora fresco, va poi recuperato e donato ai banchi alimentari delle organizzazioni che operano sul nostro territorio; 2) campagna di comunicazione rivolta alla grande distribuzione e ai cittadini per sensibilizzarli a non sprecare cibo e a come fare per non sprecarlo; 3) attivazione di un ciclo virtuoso dei rifiuti sotto forma di compost per ridare alla terra ciò che gli abbiamo tolto.

Secondo i dati contenuti in un Rapporto del WWF e in un’indagine Gfk Eurisko-Simply/Auchan la situazione è grave. In Italia buttiamo ogni anno 1226 milioni di metri cubi di acqua, mentre 24,5 milioni di tonnellate di CO2 e il 36% dell’azoto da fertilizzanti sono gettati via inutilmente con tutti gli impatti del caso, non da ultimi quelli ambientali. A tutto ciò, va aggiunto che i cittadini italiani spendono pro capite ogni anno 316 euro in cibo che viene buttato nel cestino senza essere consumato. Non solo, ma il sistema produttivo perde lungo la filiera ben il 50% del cibo prodotto. Cibo che non arriverà mai sulle nostre tavole. Una situazione cui dobbiamo reagire trovando soluzioni che sviluppino nel più breve tempo possibile un ciclo virtuoso capace di mettere fine a tutti questi sprechi. A tutela dell’ambiente, al servizio dei cittadini e nel rispetto degli ‘ultimi’ della Terra che ogni giorno sono costretti a scappare dai luoghi dove sono nati a causa di guerre e assenza di cibo. Un cibo che invece noi buttiamo, troppo spesso senza nemmeno renderci conto delle conseguenze.

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24   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Secondo le nostre indagini nessuno o quasi legge le tediose sbrodolate di Riccardino Valentini, ovvero la testa più lucida della Pisana.

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