“Il diritto alla salute è diventato ora diritto alla vita. Non si tratta più di difendere solamente un diritto sancito dalla Costituzione, ma di assicurare ai cittadini l’assistenza sanitaria nelle emergenze”. Così il sindaco di Acquapendente Alberto Bambini ha cominciato il suo intervento durante il consiglio comunale aperto sull’ospedale. “Questo Consiglio – ha detto – oltre che informare i cittadini sulla situazione del nostro ospedale, vuole essere anche propedeutico alla conferenza dei sindaci che si terrà venerdì (oggi, ndr), dove sarà presentato l’atto aziendale e a cui parteciperò per portare la proposta che oggi approveremo. Ad oggi la situazione di Acquapendente resta quella di una struttura a metà tra ospedale e presidio territoriale. La nostra proposta si fa forte di quello che è già contenuto nel Decreto Balduzzi, e cioè tutelare le strutture ospedaliere dei territori di confine, delle zone montane o delle zone lontane dai grandi centri di riferimento, con i servizi in deroga alla normale dotazione e assicurando soprattutto l’assistenza per i casi di emergenza e urgenza. A questo noi aggiungiamo la richiesta del Distretto socio sanitario montano”.
Il sindaco ha proseguito il suo intervento facendo il punto sulle azioni che in passato l’amministrazione comunale ha intrapreso a difesa dell’ospedale, con la collaborazione di tutte le forze politiche, del comitato pro-ospedale, dei sindaci del territorio e dei cittadini. Ha ribadito che ora la situazione è grave e che si tratta solamente di una scelta politica, quella che verrà fatta dal commissario straordinario quando dovrà approvare o modificare l’atto aziendale.
“Nell’atto aziendale Acquapendente viene nominato come padiglione di Belcolle e come la struttura in cui verranno organizzate le nuove Case della salute, cioè delle strutture che dovrebbero sostituire i vecchi Cecad, che ancora non abbiamo capito bene cosa siano. Emerge chiaramente che nella riorganizzazione dell’atto aziendale la nostra struttura viene ulteriormente depotenziata, anche dei pochi servizi che erano rimasti. Non c’è traccia neanche di alcune rassicurazioni che ci erano state date in merito all’emergenza/urgenza e alla Day Surgery. Ribadiamo che questa struttura con la nostra proposta può essere riorganizzata mantenendo gli stessi costi, anzi forse risparmiando”.
La proposta all’ordine del giorno è stata votata all’unanimità e prevede la richiesta al commissario straordinario della Sanità della Regione ed alla Direzione generale aziendale di accogliere integralmente quanto riportato dal decreto Balduzzi al punto 9.2.2 e di realizzare una effettiva integrazione ospedale–territorio anche attraverso la sperimentazione di nuove forme di governance del territorio.
Nello specifico questi i punti richiesti:
1) ripristinare il Pronto Soccorso con relativa Guardia Anestesiologica H 24 ed eventuali consulenze specialistiche con particolare riferimento alla branca cardiologica;
2) implementare l’attività Chirurgica di Day Surgery polispecialistica, attualmente integrata con l’attività territoriale, e con eventuale attività di Week Surgery isorisorse;
3) mantenere un numero adeguato di posti letto per acuti di Medicina Generale;
4) implementare i posti letto di Breve Osservazione;
5) istituire i posti letto di Degenza Infermieristica;
6) tutelare le attuali attività di diagnostica laboratoristica e di diagnostica radiologica;
7) tutelare la rete territoriale della Emergenza-Urgenza con eventuale rilettura della attuale organizzazione in riferimento al rapporto qualità-costo sulla base dell’esperienza maturata;
8) istituire il Distretto Sanitario Montano.
“Ci auguriamo – ha conluso il sindaco – che questa dell’atto aziendale sia una fase interlocutoria e che la Regione del presidente Zingaretti non si comporti come quella della Polverini. Ci aspettiamo un coinvolgimento dei territori nei tavoli regionali prima della decisione finale, auspicando che fino ad allora non verrà toccato niente dell’attuale organizzazione”.