Che c’azzecca Pienza con la Caffeina? Che c’azzecca il Rinascimento con l’eccitante naturale che si trova nelle bacche scure? Nulla, almeno a dar retta alle date che vorrebbero la cittadina della Val d’Orcia assumere le sue sembianze odierne urbanistiche e monumentali, un paio di secoli prima della diffusione in Europa del caffè. Eppure, in questo splendido borgo che papa Pio II, Piccolomini, volle disegnare secondo i nuovo criteri rinascimentali, per dargli dignità e solennità come spetta d’altronde alla città natale di un pontefice (Pio II era nato proprio lì, nel 1402), Caffeina farà irruzione, con tutta la sua carica stimolante, il 14 e il 15 settembre prossimi. E qui finisce la lezioncina di storia e si passa alla cronaca.
Per la prima volta dalla sua creazione, il contenitore culturale valica le mura medievali del centro storico viterbese e si trasferisce più a nord, nel cuore della Val d’Orcia, in un’atmosfera altrettanto suggestiva, anche se in chiave rinascimentale. Cambia pure il nome, “Emporio culturale di Pienza”, ma non la sostanza, visto che la formula della manifestazione sarà pressoché la stessa di quella collaudata – e perfettamente funzionante – in quel di Viterbo, anche se su scala ridotta. Due giorni di eventi culturali, dibattiti e presentazioni, in luoghi ameni del centro storico, piazze, cortili, vicoli fino a piazza Pio II, il cuore di Pienza, con quel belvedere là dietro che spazia su Umbria e Toscana. Qui si terranno due eventi giornalieri gratuiti, in stile Caffeina. Gli ospiti? Qualcosa è già trapelato in via ufficiale, da Luciano Canfora e Roberto Cotroneo fino al guru Carlo Freccero, e per altri si deve solo attendere la conclusione delle trattative.
Inutile chiedere anticipazioni a Michele Pepponi, presidente della fondazione Caffeina, che piuttosto dei nomi si concentra sull’evento in quanto tale: “Questa trasferta toscana è una cosa bellissima – spiega – perché conferma due cose. Che Caffeina è molto apprezzata anche fuori dai confini viterbesi, e che il marchio stesso può essere spendibile e può funzionare anche in altri contesti”. In questo caso Pepponi pecca di modestia ma tutti sanno che Caffeina è conosciuta e Caffeina è ambita. D’altronde sono stati proprio gli amministratori del borgo toscano a contattare l’organizzazione, e a proporre la cosa. Magari dopo aver verificato di persona, tramite gita nella Tuscia, quanto valesse questa manifestazione culturale.
Resta da capire come mai Caffeina abbia accettato questa trasferta temporanea dopo che, negli ultimi anni, erano piovute proposte e richieste da parecchie altri città affamate di cultura. Pepponi svela l’arcano: “Ci ha convinto la serietà dei nostri interlocutori, oltre all’indiscussa unicità del luogo. In pochi giorni la nostra realtà organizzativa ha operato in simbiosi con quella toscana: i dettagli logistici, tecnici e di contenuti sono stati messi a punto in fretta e bene, nonostante luglio agosto non siano proprio mesi ideali per fare certe cose. Ovviamente, manca ancora il riscontro, il gradimento, ma i bilanci li lasciamo a quando tutto sarà finito”.
Con un dubbio sfumato nel finale: ci saranno altre trasferte caffeinomani, in futuro? Il presidente non lo esclude: “E’ un format su cui puntiamo molto, e che potrebbe andare avanti. Sempre che funzioni”. O basta che funzioni, come suggeriva Woody Allen.
Rimanessero a Pienza vita natural durante, i cari (per le tasche dei contribuenti) kaffeinomani.