Redazione
Viterbo,22.11.23
L’epilogo della vicenda giudiziaria che ha riguardato la sindaco Frontini e suo Marito Cavini conclusa ieri in Tribunale di Viterbo non può che far piacere a chiunque legalista ed ami una giustizia che svolga il suo ruolo scevro da pregiudizi.
La richiesta della Procura del giudizio per il reato di minaccia a corpo politico (nella specie, per la Frontini e Cavini, aver minacciato un Assessore comunale) che appariva praticato nel corso di una cena i cui colloqui dei commensali erano stati registrati di nascosto, è risultata debole.
Il sostituto procuratore dr.Siddi, a seguito delle indagini sul caso, ebbe preferire ad un’archiviazione perchè la questione venisse delibata in processo e, di conseguenza, aveva chiesto il rinvio a giudizio, anche immediato (poi rigettato dal GIP).
Il Giudizio, sia pure nella sola fase predibattimentale ha dato esito positivo per i predetti Frontini e Cavini. La decisione del GUP: “il fatto non sussiste”, lascia perplessi, perchè il fatto c’era, eccome, magari non poteva costituire reato.
Bene ! Un’assoluzione fa sempre piacere. E’ la dimostrazione, almeno processuale, della inesistenza di una condotta penalmente rilevante a loro Frontini e Cavini contestata, ma, come politica in senso negativo, si.
L’unico argomento che può, però far meditare, è che tale proscioglimento , qualora fosse stata dichiarato ad esito di un regolare processo celebrato nella fase dibattimentale, avrebbe avuto più valore.
Un proscioglimento nell’udienza preliminare ha il sapore non di completa estraneità degli imputati ai fatti contestati, ma a debole attività probatoria offerta dalla Procura o da svarioni procedimentali.
Per Chiara Frontini sindaco e suo marito, resta una loro responsabilità politica, non penalmente rilevante, ma per i cittadini viterbesi si.