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Per la Città di Viterbo si prepara un altro smacco, niente sede della Soprintendenza dell’Etruria meridionale

Museo della Rocca

Redazione

Viterbo,17.10.23

Viterbo, che si “prepara” per la candidatura a Capitale Europea della cultura 2033, rischia essere azzoppata proprio dal Ministero dei Beni culturali che oltre quanttro anni fa le aveva promesso istituire in Città la sede Soprintendenza dell’Etruria Merdionale.

Era un impegno scritto, ma spesso, non solo verba volant, anche facta.

Cioè, per Viterbo perdere un asset rilevantissimo del patrimonio culturale e del capoluogo e della Tuscia, è grave e doloroso.

Per adesso solo rumors, ma, nel nuovo testo di riforma delMinistero dei Beni Culturali, varato lo scorso 15 marzo, Viterbo non figura mai come possibile sito della Soprintendenza.

Un lapsus calami dell’estensore del provvedimento? Non sappiamo, ma di certo che nell’elenco dei siti possibili, Viterbo non appare. Per il Ministero, la piccola sede locale al Museo della Rocca, può forse bastare.

Una dimenticanza? Una svista? Un ripensamento? Al momento non c’è una spiegazione. Semplicemente, la Soprintendenza viterbese continuerà ad avere il proprio, modesto, “recapito” all’interno del Museo della Rocca.:

Sempre nell’intenzioni; la Soprintendenza di Roma sarà potenziata con una posizione dirigenzial. Il testo continua citando altre località interessate dalla ristrutturazione, ma di Viterbo e Rieti (che rientrava pure nel progetto Franceschini) neppure una parola,

Quindi nell’ottica della spending revue sedi decentrate sarebbero destinate a sparire e compiere accorpamenti come del resto pure previsto in altre zone d’Italia.

Certamente, dietro ci sono le esigenze del personale oggi presente nella Capitale, del tutto restio a trasferirsi a Viterbo.

Quest’ultimo riferimento proprio al personale non è un’aggiunta irrilevante, tutt’altro, perché quattro anni fa proprio il rifiuto di una larghissima parte dei dipendenti romani della struttura al trasferimento a Viterbo, risultò uno scoglio quasi impossibile da superare sul percorso della prima riforma. Comunque, che Viterbo ora sia stata cassata o dimenticata rappresenta un oggettivo vulnus per la sua credibilità (e quella conseguente dell’amministrazione comunale) nello sforzo di raggiungere l’obiettivo europeo del 2033.

Aspettiamo un colpo di reni dell’attuale Assessore alla Cultura Alfonso Antoniozzi.

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