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Fare l’atleta olimpico è un buon mestiere, rende bene

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,15.8.24

La notizia è ormai di pubblico dominio, il CONI spende 9,81 milioni per “compensare” gli atleti azzurri neo medagliati alle Olimpiadi Parigi.

Quindi, un quarto della dotazione di 40milioni che il CONI riceve dalle casse publiche se ne va per pagare premi ad atleti vincitori, cui andrnno per quelli dell’atletica, un altro grosso premio in denaro offerto dalla loro Federazione mondiale.

A questo punto, ottenere, sia pure lordi 180mila, euro per una medaglia d’oro, 90mila per un argento e 40mila per un bronzo, fa diventare lo sport olimpico tutt’altro che dilettantistico.

Nessuno dei partecipanti a Giuochi olimpici dell’era moderna, in particolare gli ultimi, si può considerare dilettante, cioè sportivo che si allena dopo aver compiuto una giornata lavorativa ordinaria. Un “medagliabile”, ormai di regola, è un appartenente ai gruppi militari e pertanto già pagato come soldato, carabiniere, poliziotto, secondino, etc..

Negli anni 60 si discuteva che gli atleti dell’ex Unione sovietica, con le nazioni loro satelliti, non fossero diletanti, ma professionisti come appartenenti alle varie forze armate. Per queste presenze, si riteneva violato il principio decubertiniano del dilettantismo.

Oggi siamo arrivati al punto, in particolare in Italia che, salvo rare eccezioni, tutti gli atleti in ogni disciplina vengono dai gruppi sportivi di esercito, aeronautica, finanza, carabinieri e polizia di stato, agenti di custodia. Essi, hanno un regolare stipendio, ma, invece di praticare la rispettiva professione, hanno la quotidiana facoltà di allenarsi presso i centri sportivi dei loro corpi che costano all’erario milioni all’anno.

A questo punto, dopo aver avuto la possibilità di allenarsi professionisticamente, gli si promette pure un ulteriore premio in denaro, anche questo proveniente dalle casse pubbliche che alimentiamo noi con le nostre tasse.

Non ci sto.

A questo punto l’Olimpiade, non è più un tempio dell sport, ma uno spettacolo che si ripete ogni quadrennio e che frutta miliardi agli organizzatori che sempre più fanno derivare un evento sportivo in occasione di mostra della “grandeur” della nazione ospitante.

Il tarlo dei premi in denaro agli atleti olimpici medagliati è però comune a tutte le nazioni partecipanti, ma in forma minore. I tedeschi si dovranno accontentare della metà di quanto previsto per gli italiani, qualche stato africano offre ai suoi atleti vincitori un appartamento, cioè, di tre stanze per una vittoria della medaglia d’oro, di due stanze per l’argento ed un monolocale per il bronzo. La Corea offre ai vincitori un’auto di loro produzione.un’altra nazione africana , la gratuità perpetua per le cure mediche.

Che resta quindi dello spirito olimpico della purezza dello sport ? Nulla.

Solo denaro, quindi essendo questo “sterco del diavolo” prosegue ad inquinare l’istituzione più bella e totale del Mondo: le Olimpiadi

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