Redazione
Viterbo,27.7.24
I mille kilometri tra Roma e Brindisi realizzati tre secoli prima di Cristo, sono certamente la più antica strada di collegamento tra la capitale Roma ed il suo nascente impero ad est. La tecnica di costruzione della Regina viarum è ancora un meraviglia oggi per la modernità della tecnica usata, tant’è che il suo basolato ancora resiste dopo 24 secoli.
Nei secoli dopo la caduta dell’Impero Romano nel 4 secolo dopo Cristo, l’asse viario restò immutato e servì di collegamento con le zone del sud Italia. La civiltà occidentale, quindi è passata sulla via Appia.
Ricordiamo con piacere la Satira di Orazio che descrisse il suo viaggio sull’Appia compiuto nel 37 a.c. ,Resta un monumento letterario, per es., la descrizione dell’arrivo a Terracina ( “subimus inpositum saxis late candentibus Anxur.”) e di tutto il resto del viaggio descritto nei particolari anche dal riferire la molestia delle zanzare ed il gracidare delle rane.
Era doverosa, pertanto, anche se in ritardo che il 60esimo sito UNESCO italiano spettasse alla via Appia, purtroppo, nei secoli recenti aggredita in particolare in area campana da costruzioni che ne hanno coperto il tracciato. Un onore per il Lazio che a livello mondiale si pone come zona dove nacque e si tramando la cultura occidentale.