Riceviamo e pubblichiamo
Viterbo,10.2.24
NON C’È PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE.
Il cuore dei finti sordi batte verso il bene della collettività o verso altri interessi ?
E’ innegabile che lo sviluppo di un territorio, nella fattispecie Tuscia e Centro Italia, passi attraverso la realizzazione di infrastrutture viarie e ferroviarie . Non ripetiamo ancora per quali motivi siano preferibili le ferrovie, dato che li abbiamo spesso elencati, in primis quello ambientale, essendo il trasporto ferroviario infinitamente meno costoso e meno inquinante di quello stradale.
La Civitavecchia-CapranicaSutri-Fabrica di Roma-Orte o Ferrovia dei due Mari, aperta a tutti i servizi: Viaggiatori, Turistici e Merci favorisce lo sviluppo dell’economia ed è per il bene della collettività . Ciò è stato riconosciuto da tutte le posizioni politiche italiane e dalla Unione Europea che, finanziandone la riprogettazione, l’ha definita strategica per tutta l’Italia.
Nonostante che la FIAB (Federazione italiana associazioni ciclistiche) sia contraria alla trasformazione delle ferrovie sospese o dismesse in piste ciclabili ed affermi il proprio favore alla alleanza tra biciclette e treno, a Viterbo e dintorni è in atto una raccolta di firme per la trasformazione della Ferrovia CCFO in pista ciclabile, camminabile, pecorabile, caprabile e atta anche alle corse dei cani e magari ai combattimenti tra galli.
A questa raccolta di firme il CAI – sigla che significa Club Alpino Italiano – presta le proprie sedi, magari anche gli elenchi degli iscritti (?!?) per raccogliere le firme contro la ferrovia, il cui percorso si snoda da Civitavecchia sul livello del mare, alla valle del Tevere presso Orte, con in mezzo la vista delle “dentate e scintillanti vette” di Ronciglione, la cui altezza sul livello del mare è di ben 400 metri.
Forse il Club Alpino confonde i monti Cimini con le Alpi, magari Apuane?
Appurato che dietro la raccolta anti ferroviaria non vi è la Federazione delle Associazioni ciclistiche nazionali, viene spontanea la domanda: ma la dismissione della ferrovia “cui prodest”, a chi giova ?
Il Presidente Giulio Andreotti – pur da Cattolico fervente e praticante – non si esimeva dal sostenere: “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.
Allora, vien fatto di pensare: non sarà che dietro la presente raccolta di firme contro la ferrovia Capranica Orte, ci siano manine di burattinai a tirare i fili e costoro, pur essendosi nutriti con il pane FS per una intera vita lavorativa, ormai con i treni quindi fin sopra ai capelli, si siano scelti come “Buen Retiro” il farsi una casetta addossata ai binari della ferrovia creduta dismessa e che, per sopra mercato, temendone la riapertura (e il rumore dei treni), facciano carte false e vendano al diavolo anche l’anima di ignari ciclisti e camminatori, nonché alpinisti di collina ?
Nell’agosto del 2017 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge 128/ 2017 propugnatrici le deputate Maria Iacono & Romina Mura”, l’una di Agrigento, l’altra di Cagliari, che, nel tempo record di un paio di anni, sono riuscite a far approvare la Legge per le Ferrovie Turistiche in Italia, con l’elenco – parte integrante della stessa – di 19 linee ferroviarie dismesse e da ripristinare quali FERROVIE utilizzabili anche a scopi turistici.
Di questa legge, cosa rarissima, approvata all’UNANIMITÀ da tutti i membri della Camera e del Senato di tutti i gruppi politici, fa parte la Ferrovia Civitavecchia Capranica Orte.
La Legge 128/2017 ha già prodotto la riapertura di alcune linee, impedita la chiusura di altre, posta in cantiere la riapertura di altre ferrovie, la Avellino Rocchetta e la Noto Pachino, per dirne un paio.
La raccolta quindi di un mazzo di firme, dà proprio il senso folcloristico della raccolta stessa.
Pensiamo però che “nihil sub Sole novi” (nulla di nuovo sotto il Sole). Gli archeologi infatti hanno rinvenuto tra i reperti di vari “ostracismi” svoltisi nella Atene democratica di Pericle, molti “cocci”, le schede per le firme di allora, riportanti i voti e le firme espresse con la stessa grafia …..
Ebbene cosa occorre davvero per fare sì che la Ferrovia Civitavecchia Orte, di cui alla raccolta di firme, possa essere ridotta a ciclabile e pista per gli altri usi, ma non più ferrovia ?
Null’altro che la formale raccolta di 500.000 firme per un Referendum abrogativo totale o parziale della Legge Iacono Mura; presentare in sovrabbondanza le firme alla Suprema Corte Costituzionale, che ne valuti la autenticità e la fattibilità della richiesta; ottenere il Referendum abrogativo e renderlo valido con almeno il quorum del 50% + 1 dei votanti italiani e stranieri aventi diritto al voto; ottenuto il quorum avere di quello il consenso maggioritario alla cancellazione in tutto o in parte della Legge sulle ferrovie che rende la Civitavecchia Orte FERROVIA, e non pista per le corse dei cani o per le cordate degli alpinisti in erba.
Esiste però al Referendum una alternativa: la raccolta ufficiale e formale di “sole” 50.000 firme per una legge di iniziativa popolare che sia calendarizzata in Parlamento al fine di escludere – con norma abrogativa indiretta – la nostra ferrovia dall’elenco della Legge 128/2017, magari con qualche seria giustificazione che motivi Deputati a votarla con scrutinio palese e a maggioranza dei voti della Camera. Ma ad oggi non risulta che esistano leggi di iniziativa popolare che siano arrivate ad essere approvate in Parlamento, e soprattutto leggi abrogative di altre leggi.
Ultima chance: un DDL di iniziativa parlamentare con il quale uno o più Parlamentari si pigli l’arbitrio di portare al voto e di fare approvare una legge contro la Ferrovia Civitavecchia Orte, in quanto ferrovia, indicata come tale da una legge votata dalla unanimità di Camera e Senato.
Raimondo Chiricozzi
FERROVIA DEI DUE MARI
Comitato per la riapertura della Ferrovia Civitavecchia-CapranicaSutri-Fabrica di Roma-Orte e per lo sviluppo economico della Tuscia e del Centro Italia