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Una moschea a Viterbo, perchè no.

Sempre sia affermata libertà di culto, non fanatismo religioso

La Moschea di Roma

Redazione

Viterbo,29.1.24

La notizia riportata da una conterranea testata online fa meditare.

Certamente, si è scritto, Viterbo è la città dei Papi (anzi lo è stata 7secoli fa), quindi,na città cristiana per definizione, che non possa ospitare un tempio di una religione che del cristianesimo è stata, e lo è ancora, avversaria.

Ma, nel corso dei secoli, segnatamente nel XVII° secolo si è affermata in occidente la cultura della libertà religiosa. Prodigiosa cultura che ha anticipato di secoli i tempi moderni e rigettato ogni attività di contrasto a diversità religiosa in modo violento ed oppressivo.

E’ ovvio che in questa logica non si possa negare a qualsiasi religione di edificare un centro di culto. Vedasi, per es. nella Città di Roma, la presenza in centro storico di una grande Sinagoga eretta nei primi anni del secolo scorso, (nemmeno tanto lontana dalla Basilica di S.Pietro), ed erano quelli i tempi in cui i cattolici ancora appellavano gli ebrei “perfidis judaeis” nella lettura del Passio della domenica delle Palme, però pregavano per loro. Sempre a Roma, nella collina di Monte Antenne sorge una moschea il cui minareto è più in alto della Cupola di s.Pietro, infrangendo la regola che a Roma nulla possa essere più alto dei 133metri del “cupolone”.

Pertanto, non sia mai che anche, a Viterbo sia esclusa a priori la edificazione di una moschea che poi sarebbe la nona costruita in Italia (nemmeno una novità), ma, con l’auspicio che questa solo resti come luogo di culto e non pure centro di diffusione antioccidentale ed avamposto sul terreno della conquista dell’Islam sul cristianesimo.

Va tutto bene se credenti musulmani si raccolgano in preghiera in un luogo, ma tutto male, se un Iman predichi contro la civiltà occidentale, il paese che li ospita e li inciti alla Jihad.

La cosa più negativa per qualsiasi religione è il fanatismo, cioè, la forzatura delle coscienze per un proselitismo che spesso, poco a che fare con un principio spirituale, ma cela interessi diversi, quali, per es. denaro, supremazia e comando. Purtroppo, nonostante nei secoli succeduti dopo l’iiluminismo che affermò il concetto di libertà di religione e la distinzione stato e religione, ancora, in particolare dall’Islam, tale principio non vale e di conseguenza esistono ancora stati confessionali, la peggior forma di stato, proprio quelli che danno origine a guerre di religione.

Auguri ai promotori dell’edificanda moschea di Viterbo perchè possano presto realizzarla, ma da loro, però, vogliamo un impegno: evitare ogni forma di proselitismo fanatico e rinuncia a metodi culturali contrari alla nazione ed alla cittadinanza viterbese che li ospita.

Per noi vale: Libera chiesa in libero stato. Solo per un ordine sociale, una religione, qualsiasi essa sia, deve però essere rispettosa delle leggi dello Stato che le consente essere professata. Vale questo per i cristiani nei paesi musulmani, deve valere per i musulmani in paesi cristiani.

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