Redazione
Viterbo,2.9.23
Le problematiche vere e presunte che circolano attorno allo sport della Caccia, una volta importante attività sportiva per i nostri concittadini viterbesi, oggi un terreno di scontro tra ambientalisti e seguaci di Sant’Uberto, sono affrontate in lavoro scientifico svolto da riccardo Primi e Maurizio Sonno, autori di un nuovo libro sulla materia
Ogni anno il solito refrain: la caccia uccide gli animali, questi sono in diminuzione per colpa delle doppiette, quindi, sempre maggiori le regole probizioniste imposte ai cacciatori.
Un’osservazione. Da quando la caccia ha subito regole ferree per potersi esercitare, non solo, è diminuita la selvaggina, ma addirittura è cresciuta quella dannosa. Sono sparite specie cacciabili come quaglie, tortore, tordi, lepri, etc. ma moltiplicati i cinghiali, ma nulla si fa per risolvere almeno uno dei tanti problemi insorti. Non è con il proibizionismo che si risolve qualcosa.
Venerdi prossimo 8 settembre presso la Terme dei Papi alle 18 verrà presentato il libro “L’equilibrio possibile” scritto da Riccardo Primi e Maurizio Sonno (edizioni Archeoares uff.stampa@archeoares.it ) in cui si racconta tra le pagine il passato, il presente ed il futuro della gestione venatoria degli ungulati nella ATC VT1
Il libro ideato e voluto da Claudio Valente, membro del direttivo dell’Associazione Alta Tuscia si riferisce in particolare alle cacce al cinghiale da sempre praticate in gruppo di cacciatori nelle tradizionali “cacciarella”, ma solo dal 1 novembre a fine gennaio successivo e solo nelle giornate possibili.
Nel testo si potranno trovare spunti di riflessione per la futura gestione del fenomeno caccia nei nostri territori, in particolare a quella agli ungulati che proprio a causa della sua limitazione ha provocato un eccesso di presenze anche in zone urbane e, nei boschi, di rarefazione di specie biologiche vegetali ed animali importanti.