Redazione
Viterbo,28.8.23
Alla buona grazie del Prof.Fournier e dei suoi collaboratori che insistono perchè a Viterbo sorga un’oasi naturalistica per la conservazione della specie di Sus Scrofa, cioè quella che volgarmente si chiama cinghiale, nelle immediate vicinanze del centro storico ed al Campo sportivo Rocchi, l’Unione Agricoltori per bocca del suo presidente dr.Remo Parenti, cita un conto di 50mila gli esemplari in circolazione in un suo recente intervento per denunciare il danno alla agricoltura della Tuscia
Davvero troppi e davvero ingenti i danni che gli agricoltori lamentano ed enormi le spese pubbliche per il risarcimento pagto per i danni e di cura delle lesioni di chi con essi si è imbattuto im moto o bici.
Non vogliamo entrare in polemica con gli studi del prof.Fournier, che appaiono privi di fondamento del più semplice buonsenso che anche dimostrano scarsa conoscenza di questa specie animale da noi sempre stata presente, ma in numeri diversi, Comunque sempre accettata, come del resto, anche di altre specie animali cd.nocive (volpi, istrici,uccelli rapaci, etc).
Ma, adesso, di fronte a questi numeri di presenza di una specie certamente dannosa, non c’è che provvedere all’abbattimento selettivo non essendo possibile altra forma di controllo. La cattura in gabbie per poi trasferire gli animali altrove, a parte il divieto di trasferimento di selvaggina, non ha senso, perchè sposta il problema da un’ area ad un’altra. Per es. qualora si possa decidere di trasferire la popolazione di cinghiali viterbese nel Poligono militare di Monte Romano, bastano pochi giorni perhè gli erratici ungulati tornino colà hanno cibo a buon mercato. In primis le coltivazioni agricole, poi i sacchetti della mondezza in città.
Fournier stia tranquillo, nessun safari in città, ma solo ampia autorizzazione alla “cacciarella” tradizionale in tempi più ampi, non solo dal 1 novembre al 31 gennaio dei soli giorni di caccia (quindi esclusi martedi e venerdi), ma continua.
Chi non sapesse cosa sia l’arte di caccia al cinghiale, chiamata cacciarella. si documenti e non propali notizie distorte che pongono in cattiva luce gli amanti dello sport della Caccia ufficialmente riconosciuto da oltre centoventi anni.
Una cosa è certa, fintantochè la Caccia al cinghiale era largamente praticata, mai problemi di sovraffollamento, ma sempre buona carne in tavola.