di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,23.7.23
A Viterbo una Lega per Salvini che fu oggi che non c’è più.
Se ne andato anche il “fondatore” Umberto Fusco, già senatore, che oltre dieci anni fa aveva costruito il partito a Viterbo ed ottenuto successo elettorale e sopratutto di interesse tra i cittadini.
Sin dopo il “successo” elettorale delle Europee 2019 e le comunali a Viterbo nel 2018, sono iniziati scricchiolii nella Tuscia. Scrivemmo, a suo tempo, a proposito delle Comunali di Civita Castellana, che “La Lega si slega”. Fummo facili profeti.
Le scelte del “personale” dirigente nella Tuscia fatte da Fusco apparvero quantomeno avventate perchè prive di consistenza ammnistrativa e politica. Nacque subito un interno movimento di dissenso che poi ebbe provocare la fuoriuscita di militanti verso altri lidi del centro-destra.
Non basta il rientro di Guerrini dopo l’escursione frontiniana a mettere una pezza.
La Lega viterbese ha iniziato un declino che non si arrestato nemmeno dopo la nomina a comissario locale Andrea Micci, fuoriuscito da Fratelli d’Italia per rimettere il treno Lega sui binari, Anzi.
Micci, come altri attuali dirigenti del partito provengono dalle scelte sbagliate di Fusco che ha preferito alcuni soggetti ad altri forse più capaci e rilevanti.
Era ovvio che adesso il partito in mano di Andrea Micci non potrà che accentuare la caduta in termini elettorali e di consenso.
Alla Lega, anche nel Governo Meloni, manca di un visione politica netta e chiara. Un partito che partì per provocare la secessione del Nord dall’Italia, quindi che ebbe dapprima successo solo al di sopra del Po, ma pari non lo ebbe mai nel Centro-sud, non può porsi come partito nazionale.
Pertanto inutile
La Lega venne votata ai suoi tempi dagli elettori di centro destra solo perchè Fratelli d’Italia era ancora in fasce o forse non si era del tutto capito che poteva diventare, come poi è avvenuto, il partito della Nazione.
La nacque, come il M5stelle da un movimento di protesta (“Roma ladrona”), pertanto non può mai essere accreditato come serio partito di governo nazionale e locale.
A Viterbo la Lega, all’opposizione al Comune, non conta nulla, va a rimorchio di Fratelli d’Italia e di quel che resta del PD spaccato in due.
Allora, concludendo, mentre dispiace che un buon uomo come Umberto Fusco abbia ammazzato la sua creatura e constatato che ormai il declino nella Tuscia sia segnato, si è ritirato dalla vita politica, promettendo, però, non del tutto.
Indovinello. In quale partito del centro-destra potrà essere l’approdo di Fusco ? Ai posteri l’ardua sentenza.