di Andrea Stefano Marini Balestra
Alla fine del secolo scorso e nei primi dell’attuale Viterbo ed i suoi dintorni apparivano, ed in effetti lo erano, isole felici rispetto altre zone del Lazio.
Bassa la percentuale di furti, scippi, truffe, addirittura di omicidi ed anche incidenti stradali. Queste caratteristiche avevano favorito l’arrivo in città di molti romani vessati nella loro città dalla malavita.
Adesso, checche ne dica il Questore di Viterbo appena insediato qualche mese fa che Viterbo sia città sicura, la situazione si fa seria.
Da anni ormai la cronaca giudiziaria si è riempita di indagini e processi a bande criminali che hanno disseminato la città di atti vandalici, di vere e proprie mafie di estrazione albanese nonchè romena per gestire gli affari, gestire attività economiche, riciclaggio, prostituzione e giuoco d’azzardo, per non citare imprenditori d’assalto evasori fiscali.
Non è che nei tempi scorsi non furono registrati reati predatori in danno di abitazioni e proprietà private, ma, in ogni caso, si trattavano di fatti isolati conosciuti solo tramite la cronaca. Ora, una criminalità organizzata appare aver messo le mani sulla Città. Probabilmente, sarà, per facilità di comunicazioni, o perchè in altre zone la vigilanza è più stretta, ma sta di fatto che Viterbo non risulta più città sicura. Anzi.
Furti e borseggi, anche in pieno centro, danneggiamenti di auto per vandalismo o per sottrarre al loro interno borse sono fatti diventati “ordinari” per poi non parlare della escalation della criminalità nei confronti di grandi magazzini che stanno registrando una serie di furti commessi con particolare tecnica, dal che, far pensare che bande venute da fuori preferiscono la “piazza” di Viterbo ritenuta facile per carenza di controlli.
Certo è finita dovunque l’epoca in cui si lasciavano le chiavi sulla porta di casa e sul cruscotto dell’auto e che vistosamente si sfoggiavano pellicce e costosi orologi al polso quando a Viterbo il vocabolo scippo era sconosciuto, ma neppure si può ammettere che questo vocabolo oggi divenga di citazione costante ed anche banalizzato. Uno scippato, un derubato del bagaglio da un’auto, non viene più percepito come vittima, ma come facilone per non aver preso misure.
Certo, rimediare a questo stato di cose, quando ormai si è fatta qualche “assuefuazione” a certe situazione non è facile. Non basta barricarsi in casa, chiudere a varie mandate gli usci ed acquistare sistemi di allarmi, necessita uno sforzo culturale ed operativo di chi sia impiegato nella custodia dell’ordine per invertire la tendenza.
Stop al buonismo da parte della magistratura.
Far sentire la presenza dello stato e della legge a chiunque sia incline al delitto sia esso per tendenza o per situazioni particolari di disagio deve divenire un imperativo per tutti prima di dover continuare a registrare che Viterbo e la sua Provincia non siano un luogo sicuro