di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo 10.4.23
Per il “ponte pasquale un “pienone” si è registrato, però, sarebbe stato possibile accontentare molti altri turisti se solo fossero rimaste in funzione le libere terme del Bagnaccio e delle Masse di S.Sisto chiuse da tempo.
Purtroppo il termalismo viterbese, a parte l’esigua offerta che possono dare le “pozze” della piscine Carletti, è in mano a tre famiglie di imprenditori che si spartiscono la domanda termale a colpi di prezzi esosi, inarrivabili a più in questi tempi di magra..Qualcuno si lamenta perchè il Comune non gli concede una maggiore disponibilità di acqua per cui, afferma, essere costretta limitare i suoi servizi,
Sostiene infatti la Famiglia Sensi che 35 litri secondo assegnati alla loro struttura non basta, ne vuole altra. Ma con che faccia !
La zona di Viierbo vanta un bacino termale solo secondo ai Campi Flegrei ed una captabilità di acqua calda a pochissime diecine di metri dal suolo. Un vero oro ! Un’oro però solo sfruttato in parte anche se una parte se ne va per sprecata per non incanalata per una fruibilità dei cittadini proprio proprio in conseguenza della esiguità degli impianti esistenti ed alla resistenza costituirne altri..
Pare proprio che un vero e proprio monopolio termale ci sia e che solo in pochi possano godere delle autorizzazioni all’uso termale delle acque, anzi pure, sotto sotto, boicottano qualsiasi iniziativa che possa loro nuocere. Vedasi mancata riapertura Terme INPS e creazione di ogni difficoltà a chiunque ardisca imprendere a Viterbo nel termalismo, sai esso di lusso o popolare.
Ora basta. A Viterbo non esistono sorgenti che debbano solo servire la Terme dei Papi, il Pianeta Benessere e la recente Therma Oasi, ma un’infinità di altre che sgorgano in campagna, tutte liberamente fruibili, con semplici strutture e con economia di acqua.
Però, mentre qualcuno reclama maggiore disponibilità di acqua
quindi espansione delle attività connesse, nulla si fa da parte del Comune per riaprire le Terme del Bagnaccio (quelle delle Masse di S. Sisto, ormai da anni), proprio quelle che possono attirare turismo termale in più.
Certo qualche dubbio viene. Da qualcuno si vuole solo far esistere impianti lussuosi, completi di ogni ben di dio, ma affossare qualsiasi altra diversa realtà “povera”.L’Assessore viterbese allo sviluppo economico, prof. Franco, disse tempo fa che a Viterbo del turismo di gente semplice non sa che farci.
Ma dove si crede vivere il prof. Franco ? A Viterbo o in qualsiasi altro sito termale internazionale, che proprio, per proporre un’offerta termale per tutte le borse, vanta il “pienone” non solo a Natale e Pasqua, ma tutto l’anno.
A Viterbo, città termale, non seconda a nessuno per la qualità delle acque, non può restare con poche strutture, ma, per un vero decollo turistico, necessita consentire l’apertura di più di impianti termali.
L’acqua calda che la natura ci regala non può solo essere regalata ai soliti noti.