Redazione
Viterbo,7.4.23
L’area archeologica dell’antica città di Ferento (al 7° km da Viterbo della strada Teverina) , sarà visitabile per le intere giornate per le festività pasquali a partire da domani venerdì 7 aprile compresi i giorni di Pasqua e Pasquetta. Sarà sempre compito dei volontari dell’associazione Archeotuscia accogliere i visitatori per l’accesso consentendo di vedere da vicino i resti dell’antica città distrutta dai viterbesi nel 1172. Turisti e visitatori questa volta troveranno una bella novità: la Provincia di Viterbo ha asfaltato un lungo tratto dissestato della strada che conduce all’area archeologica permettendo un più agevole transito degli automezzi.
Inoltre la Soprintendenza ha fatto sapere che è imminente l’inizio dei lavori di restauro dei resti delle antiche terme riportati alla luce.
Va ricordato anche che quattro pannelli illustrativi apposti a cura di Archeotuscia accanto ai luoghi più significativi nell’area archeologica dell’antica città forniscono ai visitatori i dettagli, l’origine e la storia dei singoli monumenti. I pannelli, in italiano ed inglese, contengono notizie sull’antico teatro romano, le terme, il decumano (che coincideva con l’antica strada Ferientiensis) e le taberne, una domus (dimora romana risalente al I secolo dopo Cristo) e le cisterne.
Ferento, prima etrusca, poi romana, bizantina e medievale é stata al centro di una lunga storia che la vide fiorire per diversi secoli. Nel 1172, i viterbesi, dopo una serie di scontri, la espugnarono e distrussero. La città nel 1° secolo dopo Cristo era estesa su trenta ettari della quale oggi è possibile visitare, una parziale, ma significativa area. Ferento è ricordata dagli storici per avere dato i natali agli antenati dell’imperatore Marco Salvio Otone, che fu imperatore romano per pochi mesi nel 69 d.C., e a Flavia Domitilla maggiore, seconda moglie dell’imperatore Vespasiano, madre di Tito e Domiziano, anch’essi imperatori della famiglia Flavia.
Gran parte dei reperti ritrovati durante gli scavi eseguiti a partire dei primi anni del XX secolo e in periodi successivi, per lo più risalenti all’epoca romana si trovano presso il Museo nazionale archeologico della Rocca Albonoz di Viterbo..