di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,4.4.23
Da quando ero piccolo ho sempre guardato il cielo, prodromo della mia “passione”, da grande, per la meteoreologia che oggi mi ha portato ad avere strumenti tecnici per rilevazioni, statistiche “casalinghe”, di temperatura, umidità e vento, ho sempre “temuto” il detto di cui al titolo.
Ansioso, ogni quattro aprile, andavo a aprire la finestra e, se…….pioveva, ahi, ahi, addio gite e passeggiate per oltre un mese.
Diversamente, se dalla mia finestra c’era il sole, ero contento che la primavera stava facendo il suo dovere.
Ma, la pioggia d’aprile è preziosa, infatti, si dice in campagna (ed è vero) : ad aprile, ogni goccia è un barile.
Se non piove ad aprile sono guai per i raccolti di ogni genere, dal frumento alla frutta, alla vite ed all’olivo, all’orto. Le fioriture soffrono, la produzione agricola cala e con esso il reddito degli agricoltori
Quest’anno la pioggia è mancata in gran parte dell’inverno, siamo sotto soglia media in gran parte d’Italia e non certo acquazzoni verificati nei giorni scorsi, hanno cambiato le cose, se non danneggiato.
C’è bisogno di acqua. Ma, anche il quattro aprile di quest’anno non viene. Dalla mia finestra, che consente osservare il Nord della Provincia sino all’Argentario e monte Amiata, non appaiono nubi segno di pioggia.
Siamo destinati ancora alla “secca” ?. Speriamo di no.
Mai, però, come quest’anno i “quaranti dì duranti” di pioggia dal “quattro di aprilanti” sarebbero necessari, con buona pace di quanti si stiano preparando per la “poggiata” di Pasquetta.