Redazione
Viterbo, 6.1.23 –
Chi ha capelli bianchi ha visto che negli anni 50 del secolo passato era in voga una simpatica usanza che si ripeteva ogni anno il 6 gennaio: La Befana del Vigile Urbano.
Allora il traffico veicolare non era pazzesco come adesso e gli impianti semaforici rari. Negli incroci cittadini, al centro,cìera una pedana in legno dipinta a zebra ed al di sopra, in perfetta uniforme, un uomo che regolava il traffico dimenando ad arte le braccia coperte da lunghi guanti bianchi.
Il Vigile urbano era una figura indimenticabile, il suo gesticolare, magari anche aiutato dal fischietto, regolava il traffico meglio di qualsiasi computer di oggi. Nella giornata della Befana, gli automobilisti si accostavano alla pedana e lasciavano doni: panettoni, torroni confezioni di vini e specialità alimentari del luogo.
Negli incroci più trafficati, già a mezza mattinata la pedana era invasa di bontà, ma il vigile, inflessibile alla sua funzione, continuava regolare il traffico dispensando sorrisi ai donatori,
Oggi l’usanza è tramontata, probabilmente anche per la scomparsa delle pedane agli incroci. Il semaforo che le ha sostituite, è un oggetto freddo, asettico, non va omaggiato.
Ne sopravvive, però, una, anche se meno ancora praticata: La Befana del farista.
La gente di mare aveva l’usanza nella giornata del 6 gennaio di far visita al farista del loro porto, quindi, mediante doni, ringraziare quell’uomo addetto al faro che consentiva loro navigazione sicura e ritorno al porto. Oggi l’usanza è sopravvissuta in parte. Alcune Associazioni nautiche, il giorno della Befana, vanno a scambiare auguri e riconoscimenti al personale della Guardia costiera della loro zona..