di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo 21.10.22-
E’ bastata un’intervista ad un giornale al Presidente dell’ENAC -Ente Nazione Aviazione civile- Avv. De Palma perchè la querelle che sembrava sopita, della nuova sistemazione di un altro aeroporto nel Lazio, suscitasse clamore.
Nello “studio” dell’ENAC, che è stato portato al ministero competente per l’approvazione, è contenuto nel programma che prevede praticamente la chiusura di Ciampino, il potenziamento dell’Urbe, lo spostamento di Ciampino verso Frosinone, quindi l’apertura ai voli civili minori quello di Viterbo.
A Frosinone e dintorni già si cantava vittoria, mentre a Viterbo stanno risorgendo comitati pro-aeroporto.
Ma, sulla scelta di Frosinone pendono spade di Damocle.
Assolutamente sono de plano sono le “decisioni” ENAC.
In precedenza, su queste pagine, avevamo detto che la virata dell’ENAC di scegliere l’aeroporto Moscardini di Frosinone quando in passato questa opzione era stata scartata in favore del Fabbri di Viterbo non era chiara, andava quindi rivista in occasione della finale decisione ministeriale.
Adesso, abbiamo osservato che la scelta di Frosinone non sia gradita a tutti, anzi, proprio da chi nell’Aeroporto di Ciampino ne fa maggior uso: la Ryanair
“L’aeroporto di Frosinone? A noi non interessa»” ha detto il suo AD O’Leary.
La nota compagnia aerea “ex” low cost si dichiara contraria alla chiusura dell’aeroporto di Ciampino e all’apertura di un nuovo scalo civile nel capoluogo ciociaro. L’amministratore delegato Micheal Oleary, che ai tempi della scelta di Viterbo si era manifestato contrario, ribatte che la sua compagnia aerea ha bisogno di Ciampino come scalo. Sempre O’Leary insiste che la forza di Roma è proprio quella di avere due aeroporti vicini alla città, anzi noi, dice, siamo per raddoppiare il traffico di Ciampino.
In buona sostanza, continua l’AD di Ryanair, nell’ipotesi di spostamento da Ciampino. si opterà di operare solo a Fiumicino.
Quindi, nisba Frosinone o Viterbo.
Ma, davanti all’ipotesi che sembra ormai diventare una certezza e cioè quella della chiusura di Ciampino, l’Ad di Rynair non ne vuol proprio sapere di Frosinone. “Non andremo mai a Frosinone” – ripete l’AD della compagnia irlandese – “ma vorrà dire che quando Ciampino chiuderà ci trasferiremo a Fiumicino”. Se ciò accadrà non sarà un bene per Roma. Per noi non va costruito un nuovo aeroporto a Frosinone ma andrebbe migliorato e sviluppata l’infrastruttura che già c’è e cioè Ciampino». Alla base di questa presa di posizione alcuni calcoli che, secondo la compagnia irlandese, rispetto a Ciampino produrrebbero un danno economico per la società di trasporto.
ENAC avvisata. Gli Aeroporti alternativi a Ciampino partirebbero già azzoppati di traffico, di conseguenza di redditi da handlings.
E’ ovvio che a Frosinone queste note non piacciano, come altrettanto a Viterbo a suo tempo “bocciata” da Ryanair. La notizia ieri ha fatto, ovviamente, il giro della città di Frosinone perché da settembre dopo l’apertura dell’Enac per Frosinone, si erano risvegliate antiche speranze.
Il Sindaco della Città Riccardo Mastrangeli ha già fissato un incontro con il presidente dell’ENAC De Palma, confidando in lui come sponsor del nuovo aeroscalo, ma sarà il governo a decidere. Di mezzo ci sono gli spostamenti delle basi militari presenti a Frosinone. Comunque tempi lunghi.
Nel frattempo. però ad accrescere la confusione, risorge l’ipotesi Latina, Grazzanise, Salerno, che vorranno essere in corsa per un nuovo hub aeroportuale in centro Italia. Altre ipotesi di confusione.
Ma le insidie non sono solo di rivalità cittadina, ma anche da parte delle associazioni ambientaliste, che in particolare a Frosinone, hanno fatto presente che la presenza di un’infrasttrutura aeroportuale nella Valle del Sacco già colpita da inquinamento pericoloso, quindi promettono battaglia.
Appunto, sembra proprio il “facite ammuina” per poi non decidere niente e lasciare le cose come stanno.
Ma intanto che si discute, chiediamo all’avv. Di Palma di consentire la “civilizzazione” di una parte del nostro Aeroporto militare Fabbri, quindi aprire lo scalo ai voli della aviazione generale. E’ un passo avanti non di poco conto per il turismo “ricco” di Viterbo e per le sue aziende di aviation presenti.