VITERBO – (b.b.) ”Mi è venuto incontro, mi ha insultato, ha tentato di provocarmi e mi ha tirato una crostata. Poi si è avvicinato ancora un pò e mi ha sferrato due pugni al volto, un destro e un sinistro e mi ha preso per il collo, facendomi cadere a terra”.
A parlare, di fronte al giudice Silvia Mattei è un 29enne originario di Cagliari, arrivato a Viterbo per lavorare all’interno di un noto albergo della città come portiere.
Sarebbe stato aggredito da un collega di lavoro poco dopo aver staccato dal turno di notte.
”Erano le sette di mattina, stavo andando via quando mi sono ricordato di aver dimenticato un foglio sulla scrivania – ha spiegato – sono rientrato e M.F. mi ha subito aggredito perché secondo lui non avevo svolto alla perfezione una delle mie mansioni. Ho cercato di non assecondarlo fino a che non mi si è avventato contro”.
Cazzotti, mani alla gola e poi una caduta a terra, che sarebbe costata al giovane le distorsioni del ginocchio, del polso e una serie di escoriazioni al volto e al collo, per un totale di 148 giorni di prognosi ”per ottenere una completa riabilitazione”.
Cinque mesi fuori dal posto di lavoro e una denuncia a carico del suo presunto aggressore che ora si trova a processo con l’accusa di lesioni gravi.
”Continuava a ripetermi che mi avrebbe ammazzato – ha concluso la vittima, parte civile nel procedimento – ho lavorato per quattro anni in quell’hotel e non c’è stato un collega che non abbia avuto problemi con l’odierno imputato”.
Si tornerà in aula tra una manciata di settimane.