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”Per la legge sei ancora mia moglie, devi fare sesso con me”

L'uomo è in tribunale accusato di tentata violenza

tribunale-di-viterboCacciata di casa dal marito poche settimane prima, sarebbe tornata nell’appartamento solo per riprendere alcuni vestiti e qualche oggetto personale. Non sapeva che, ad attenderla, avrebbe trovato il consorte pronto a tutto pur di riconquistarla. Pur di farla tornare a casa. Pronto anche ad abusare di lei.

Ed è con questa accusa che oggi, Fabio M. è a processo: avrebbe tentato con forza e contro la volontà della moglie di avere un rapporto sessuale.

”Sono andata nel mio vecchio appartamento accompagnata da una mia amica per riprendere qualche vestito. Quando Fabio mi ha sbattuto fuori casa non mi ha permesso di prendere nulla: avevo bisogno di indumenti puliti e biancheria per andare avanti. Cose mie, comunque – spiega in aula la donna, parte offesa nel processo – peccato che lui avesse tutt’altra intenzione’’.

Secondo quanto raccontato, quel pomeriggio dell’11 novembre 2011, l’avrebbe portata in camera da letto con la scusa di parlare e chiarirsi una volta per tutte lontano dagli occhi e dalle orecchie indiscrete di figli e amici. Poi una volta soli, l’avrebbe fatta sedere sul letto. ”Lui era in ginocchio davanti a me, ha cominciato a toccarmi le gambe, le ginocchia, salendo sempre più su. Fino all’inguine – spiega – ho dovuto ripetergli più volte di fermarsi. Tra di noi non c’era e non ci sarebbe stato più niente. Quella storia per me era chiusa da tempo’’.

Ma nonostante le richieste della donna, il marito – ora ex – avrebbe continuato a toccarla, tenendola con forza per le gambe e arrabbiandosi sempre più per il rifiuto ricevuto.

”Ho chiamato aiuto: la mia amica si è precipitata in camera. Mi ripeteva che ero una poco di buono e che per la legge eravamo ancora sposati, per cui dovevo fare sesso con lui. Come una sorta di dovere coniugale’’.

Non solo, la avrebbe anche minacciata e, con rabbia e forza, costretta a fuggire: ”Al mio categorico no, si è infuriato. Sbraitava e bestemmiava: non mi ha permesso di prendere nulla. Sono scappata. Ora vivo grazie all’aiuto della Caritas e del mio nuovo compagno. Le mie figlie mi hanno detto che Fabio tiene tutte le mie cose sotto chiave. Non credo che le riavrò mai più’’.

Si tornerà in aula il prossimo 19 aprile per ascoltare i testimoni della difesa.

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