”Portare il mare dove non c’è” questa è l’idea, riassunta in una frase, dall’artista Anna Raimondo che, dopo aver fatto tappa a Bruxelles e Milano, è sbarcata proprio a Viterbo. A curare il tutto è stato Marco Trulli che, con la complicità di Sara Bauli e Laura Crescentini dell’Arci, ha invitato Anna nella città dei Papi cominciando un percorso di riattivazione del mare in luoghi in cui, il mare, non c’è.
”Grazie al carcere – continua l’artista – ho pensato di fluidificare il dentro con il fuori. E con i detenuti abbiamo portato avanti un laboratorio fatto di evocazioni, ma anche divertimento”. Sono stati loro, infatti, a rendere tutto molto radiofonico e raccontare una giornata al mare riproducendone i suoni e i rumori con l’uso della voce.
”Dai ricordi ai desideri e le canzoni che legavano le persone con cui ho lavorato in carcere si è formata una connesione con il fuori da estendere e diffondere grazie alle loro voci e poticamente portarli al loro mare”. E il risultato è in un furgoncino bianco che, per le vie della città, ha trasmesso il risultato di questo originale progetto.
Il video ”Come un mare for d’acqua” riporta il viaggio di una radio ambulante che trasmette il racconto ”acquatico” girovagando per le vie della città dei Papi. Dalla periferia alle piazze del centro per portare il mare dove non c’è.