Una grande passione per il ballo e la volontà di migliorarsi sempre: sono queste le caratteristiche che descrivono Kiko Canela, campione italiano di Capoeira e medaglia di bronzo ai mondiali di Baku nel 2013. Classe ’88, madre viterbese e papà brasiliano che lo ha introdotto nel magico mondo dell’arte marziale verdeoro, nata dalla perfetta fusione tra musica, danza e movimento.
“Mio padre è stato il primo maestro che ho avuto – ha detto Kiko parlando della sua formazione – lui è per tutti il Grao Mestre, ma sopratutto per me è stato il primo vero insegnante. Con lui a casa, ho imparato a camminare prima sulle mani che sui piedi”.
Proprio la figura di suo padre, Floriano Canela, è stata decisiva per l’arrivo e la diffusione nel nostro Paese di questa arte marziale. La Us Acli Asd Capoeira Mangangà è stata infatti la prima scuola di Capoeira d’Italia, fondata a Viterbo nel 1982 e durante questo weekend, Kiko e i suoi festeggeranno il 35esimo anniversario. “Questo sarà un weekend di esibizioni per festeggiare anche Viterbo, ovvero la città che ha accolto per prima in tutta Italia la Capoeira Mangangà – ha spiegato ancora Kiko – ci sarà la partecipazione di tante scuole da tutta Italia, importanti ospiti dal Brasile e anche protagonisti in generale di questo sport. Il programma parte venerdì sera a San Martino, ma buona parte delle celebrazioni si terranno sabato al Palazzetto dello sport di Montefiascone. Per domenica poi, abbiamo previsto una serie di eventi per le vie del centro di Viterbo”.
Se a nella città dei papi la Capoeira ha messo le radici grazie alla presenza di grandi interpreti e di una oramai lunga tradizione, lo stesso non può dirsi nel resto d’Italia. ”In tante parti, come ad esempio nelle città più grandi, esistono già buoni gruppi di Capoeria – continua Kiko -purtroppo però è ancora un fenomeno limitato perché non tutti sanno ancora bene cosa sia la Capoeria e la interpretano unicamente come un ballo, una danza. Le grandi città da questo punto di vista sono molto più avanti e lo stesso vale per altri Paesi del mondo: la Capoeria sta trovando consensi in Russia, Turchia o Iraq ad esempio”.
Secondo Kiko, per praticare questo sport è necessario non sentirsi mai completi, ma continuare a lavorare duramente per migliorare. E’ fondamentale abbandonare la quotidiana tendenza ad oziare ed impegnarsi con costanza per riuscire ad ottenere dei risultati. ”Questa è una disciplina che richiede tempo per riuscire a padroneggiarla, non è certamente indicata per persone pigre. Come accade in molti altri sport, sono parecchi quelli che iniziano a praticare la Capoeira e la mollano dopo poco perché si stancano o pensano di sapere già tutto. Manca la costanza, è questo il vero problema. Per diventare veramente qualcuno in questo sport devi continuamente perfezionarti”.
Presto si terranno nuovamente i mondiali a Baku, ma Kiko sarà presente solo dopo una nuova serie di allenamenti specifici in Brasile (”Parteciperò solo se mi sento pronto”). Perché comprendere veramente l’anima di un’arte marziale non è cosa semplice, ma questo il ragazzo lo sa bene. Il terzo posto ai campionati mondiali è un bellissimo trampolino, ma come dice Kiko: “Con la Capoeria non si finisce mai di imparare”.