Fabio Mencarelli, professore ordinario presso l’Università della Tuscia, è pronto a lanciare un’importante innovazione che fa incontrare la tecnologia e l’alimentazione. E’ nato, infatti, il primo drone che si occuperà del controllo della fase di vendemmia. Un progetto che punta ad eliminare solfiti e pesticidi grazie al monitoraggio costante del Phenodrone. La prima regione che testerà la reale riuscita di questa invenzione sarà la Toscana che metterà a disposizione i propri vigneti per tenerli lontani da parassiti e sbagliata maturazione.
Il drone, sorvegliando costantemente, avvisa i citicoltori grazie a dei sensori che rilevano i livelli di stress dei vigneti. Ad aiutare il professor Mecarelli, anche il consorzio del Morellino di Scansano e di Fattoria Mantellassi. Riccardo Pecchioli, sales manager di quest’ultima, a Gq Italia, ha rilasciato delle importanti dichiarazioni in merito a questo progetto di fama nazionale: ”La tecnologia ci consente di avere l’agricoltura più pulita possibile, senza l’uso di anticrittogamici in maniera assoluta, migliorando la salute della vigna e la qualità del vino”.
Poi continua spiegando il reale funzionamento del drone: ”Ci sono dei rilevatori attivi che tengono sott’occhio eventuali cambiamenti cromatici durante la vita di produzione: li segnala, li incrocia con i dati sulle malattie e ci dice come comportarci. Nel caso dei parassiti, prima dovevo intervenire e curare la vigna, adesso posso prevenire e ridurre l’utilizzo di sostanze chimiche. Ma pensi anche alla vendemmia: prima andavamo a campione e statisticamente capivamo quando l’uva era pronta; adesso abbiamo un occhio vigile su tutto il vigneto che ci dà parametri medi più stabili e precisi per decidere quando gli acini sono maturi. Poi il Phenodrone mi dirà quando usare l’ozono in vigna, con che dosaggi e con quale frequenza”.