”Che l’amore sia tutto, tutto ciò che sappiamo dell’amore” è la famosissima definizione che Emily Dickinson ha dato del più controverso e dibattuto dei sentimenti umani. Parliamoci chiaro: se a spiegare cosa sia l’odio siamo bravi tutti, ci troviamo invece in difficoltà quando siamo alle prese con l’amore.
Ne hanno scritto tutti i grandi poeti e narratori, ne hanno fatto sculture e quadri, ne hanno ricavato canzoni: insomma il sentimento dell’amore è stato sezionato in lungo e in largo, analizzato nella sua interezza e nelle sue caratteristiche peculiari, è stato classificato, osannato, celebrato, detestato e persino temuto. Ebbene sì, c’è anche chi è affetto da philofobia, ovvero dal terrore di poter amare e di rimanere delusi dall’amore stesso. Ognuno di noi ha almeno una volta nella vita fatto una riflessione sull’amore e sulle sue sfumature, qualunque colore esse abbiano assunto nella nostra mente.
Del resto, esistono tantissimi tipi di amore: c’è l’amore dei genitori verso i figli che, badate bene, è ben diverso da quello dei figli per i genitori, c’è l’amore degli amanti e quello degli innamorati, c’è l’amore dei nonni per i nipoti, c’è l’amore ricambiato e quello non corrisposto, c’è l’amore per i propri fratelli a 4 zampe e quello per i nostri amici. Insomma, la possibilità di cadere in confusione e vedere nero laddove invece è bianco è altissima. Lo sa bene il nostro caro coccodrillo che questa settimana ha fatto conoscenza della caducità eterna dell’amore. Ma se l’amore è un sentimento destinato a morire come fa a essere anche immortale? ”Polline. Una storia d’amore” di Davide Calì e Monica Barengo è all’apparenza un albo illustrato, trovato per caso su uno scaffale di libri per bambini.
Ma, come spesso accade, l’apparenza è ingannatrice e il coccodrillo si è ritrovato tra le mani – pardon, tra le fauci – un volume che racchiude la più poetica delle storie d’amore. La protagonista è una giovane fanciulla che non ha mai coltivato piante, né ha la minima conoscenza di botanica e dintorni. Un mattino, in giardino, trova un fiore bianco spuntato per caso. Da quel momento la sua vita subisce una svolta: rimane colpita dalla bellezza del fiore, più lo guarda e meno riesce ad allontanare lo sguardo. Nei giorni successivi, a ogni risveglio si precipita in giardino e si accorge che un nuovo bocciolo è spuntato all’improvviso. La ragazza decide allora di prendersi cura con costanza e dedizione ai fiori. ”Il profumo del loro polline divenne il profumo dei suoi risvegli”. All’inizio i suoi sforzi e i suoi sacrifici sembrano essere ricambiati tanto che ogni giorno nuovi fiori fanno capolino sugli steli, ma una mattina, all’improvviso, non accade più nulla. Non nascono nuovi fiori, i petali di quelli già nati pian piano appassiscono, diventano secchi e alla fine cadono sull’erba. La fanciulla perde il sonno, l’appetito, la voglia di fare altro. I dubbi le affollano la mente e il cuore, si chiede se è stata troppo ossessiva nei confronti del fiore, tanto da averlo oppresso, oppure se è stata a volte distratta al punto da non aver coltivato abbastanza il suo amore.
Alla fine è un corvo a insegnarle la verità: ”dovresti amare solo per amore, né per dare qualcosa né per essere ricambiata; dovresti godere di ciò che hai, non di ciò che ottieni”. La fanciulla dapprima non vuole sentire queste parole e, a dirla tutta, nemmeno noi le abbiamo accettate. Ma la sua storia d’amore non è finita qui. Altro ancora deve accadere alla nostra innamorata, perché niente accade nelle nostre vite per caso. Se capita un amore, vuol dire che per noi è arrivato il momento di amare quel particolare tipo di amore, senza riserve, senza dubbi, senza paura del futuro incerto. Dorothy Parker disse: ”l’amore è come una goccia di mercurio sul palmo di una mano: lascia la mano aperta e resterà con te, stringila e fuggirà via”. ”Polline. Una storia d’amore” ci insegna ad amare con libertà, ad abbracciare le spine di ogni rosa, ad assaporare fino in fondo il profumo delicato di ogni petalo, ad accarezzare con rispetto lo stelo imperlato di rugiada e ad amare l’altro che è diverso da noi.
La fine di un amore è un lutto, che si insinua attraverso la fessura di una finestra con un profumo, una melodia, un ricordo. Non c’è ricetta medica, né cura antibiotica. C’è solo l’amore. Del resto, ”che l’amore sia tutto, tutto ciò che sappiamo dell’amore”.
Polline. Una storia d’amore
Davide Calì e Monica Barengo
Kite editore
Consigliato ai bambini dai 10 anni in su e a chi dell’amore sa tutto (o forse niente)