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Intervista impossibile a palazzo dei Priori

Palazzo dei Priori

Palazzo dei Priori

Si può ben dire che nel corso dei secoli ne abbia viste di tutti i colori. E adesso si sta preparando alla bisogna all’appuntamento di fine maggio per ricevere con tutti gli onori il suo prossimo inquilino. Stiamo parlato di Palazzo dei Priori, protagonista di questa intervista impossibile.

Gentilissimo et reverendissimo signor Palazzo dei Priori, ha visto come tutti parlano di lei, in questo periodo?

“E ci credo: ho ottocentocinquant’anni di storia alle spalle, mica cotica. E i papi, gli archi, le sale, i dipinti, il cortile, la fontana. Tutta robetta di prima categoria: a Terni se la sognano, tutta ‘sta antichità. Figuriamoci a Kansas city”.

Ma che ha capito? Lei è al centro dell’attenzione perché ci sono le elezioni.

“Ah, sì? E quando?”

A fine maggio, domenica 26 e lunedì 27.

“Aspetti che me lo segno sull’agendina”.

Suvvia, non ci vorrà mica far credere che non lo sapeva. Non faccia il finto tonto…

“D’accordo. Ammetto di aver visto un po’ di trambusto, nelle ultime settimane”.

C’è aria di traslochi? Imballaggi di scrivanie, distruzione di documenti compromettenti?

“Adesso non esageriamo. Piuttosto, ho registrato un sensibile aumento dell’attività. Da qui ho fatto due più due e ho capito tutto: mica sono nato ieri io”.

Già, ma nel 1264, dicono le guide turistiche.

“Sì, allora ero un frugoletto, un palazzetto ad un piano solo. Poi nel Quattrocento ho incominciato a crescere, a farmi bello,fino a diventare quel fustacchione che sono oggi”.

Lei sta male. Piuttosto, lo sa che il suo attuale inquilino si ricandida?

“Chi, Giulio?”

Giulio Marini, sì. Vedo che siete intimi…

“Sa, dopo cinque anni insieme, le persone si conoscono. E lui alla fine è quello che è rimasto sempre, mentre gli assessori si susseguivano ad una velocità imbarazzante. Pensi che ho dovuto mettere pure le porte girevoli, per evitare tamponamenti tra chi entrava e chi usciva dalla Giunta”.

Marini ha scelto uno slogan emblematico: “Per cambiare non cambiare”.

“Emblematico? A me sembra un po’ da fricchettone. Tipo quello che dicevano i figli dei fiori negli anni Settanta, contro al guerra in Vietnam. Come faceva? Combattere per la pace è come fottere per la verginità. Ecco, sì. Sono un vecchio hippie, io…”

Lo sospettavamo da certe sue “fumose” affermazioni. Peace & love, fratello.

“La sua ironia è fuori luogo. Io sono un palazzo I-STI-STU-ZIO-NA-LE, capito? Porti rispetto. Piuttosto, chi si candida per il centrosinistra?”

Michelini, Leonardo Michelini.

“Ah, sì, mi sembra di conoscerlo. E’ stato consigliere comunale tanti anni fa, quando c’era ancora la cara vecchia Dc. Ah, quanto mi mancano quei tempi”.

Non faccia il nostalgico. Comunque, se le fa piacere, Michelini da moderato è riuscito a vincere senza troppi problemi le primarie del centrosinistra.

“Sono contento per lui. Le primarie, se fatte bene, sono un valore aggiunto della democrazia. Non come quelle nazionali, dove ha vinto Bersani su Renzi, Vendola e la Puppato e poi a Palazzo Chigi – siamo cugini alla lontana, sottolineo – c’è andato quel Letta…”

Che fa, polemizza? Guardi che il Governo di larghe intese serve per il bene della Nazione.

“Sì, boom. E non esistono più le mezze stagioni… Non mi prenda per il seminterrato e mi dica piuttosto chi altro c’è in lizza per diventare mio inquilino”.

Parla come se fosse la casa del Grande fratello. Comunque, c’è qualche sua vecchia conoscenza come Andrea Scaramuccia, per la Destra.

“Ah, me lo ricordo quando era il consigliere comunale più giovane d’Italia e stava tutto il tempo a organizzare concerti. Belli, però”.

Poi Michele Bonatesta, con Insieme per il territorio.

“Conosco, conosco”.

Giammaria Santucci con FondAzione.

“Altra faccia che mi è nota. Cerco di mantenere rapporti con tutti i democristiani, o ex, o para”.

Chiara Frontini, con la sua lista Viterbo2020.

“Io di solito alle 20 e 20 faccio l’aperitivo. Comunque l’ho conosciuta fugacemente da assessora, qualche mese fa. Mi pare sveglia. Altri?”

Gaglini, giovane di Casapound. L’ex capofacchino Adami. Il giornalista Rossi. Il comunista di Rifondazione Prestininzi. I civici Poleggi e Cario.

“Continui”.

Il grillino De Dominicis.

“Ahia. Se vincono quelli come prima cosa mi ristrutturano e m’infilano il wi-fi e altre diavolerie dappertutto”.

Web-democrazia, la chiamano.

“No grazie. Preferisco i passi che risuonano lungo i corridoi, le maestose finestre, l’odore di pittura della Sala regia. Quella è la mia pancia, e io vado orgoglioso della mia pancia”.

C’è anche Ugo Biribicchi, artigiano di San Martino che ha fatto una lista all’ultimo minuto. Viterbo che lavora, si chiama.

“Coraggioso”.

E siamo alla fine. Quattordici candidati sindaci.

“Parecchi. Un’elezione al primo turno mi sembra difficile, e lo dico dall’alto della mia esperienza”.

Le crediamo. Approfondisca il pronostico.

“Per carità. Qui non siamo mica alla Snai: la politica è una cosa seria, parliamo di amministrare una città”.

Ci scusi, era solo una provocazione.

“Mi auguro solo che chi venga ad abitare qui sia rispettoso della cosa pubblica in generale, e delle mie stanze in particolare”.

Palazzo dei Priori pro domo sua. E sa quanti candidati consiglieri ci sono?

“Mi dica. Io già tremo”.

Quasi seicento: 593 per la precisione.

“Ommadonna mia. E che gente c’è?”.

Ogni esemplare di fauna umana, praticamente. Mancano soltanto Vittorio Sgarbi e lo yeti.

“Sono molto preoccupato. Quelli mi sporcheranno tutti i muri, e al gabinetto non tireranno mai l’acqua”.

Non faccia così. E’ la democrazia. Piuttosto, in chiusura le diamo una buona notizia.

“Sono tutt’orecchie”.

I consiglieri eletti scendono da 40 a 32.

“Serviranno più voti per entrare. E staremo più larghi”.

E’ contento?

“Vado a dare la cera ai pavimenti. Palazzo dei Priori si farà trovare pronto come sempre”.

Preghiamo per lei.

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24   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Filippo Rossi da Trieste e i suoi palloni gonfiati difficilmente disturberanno la quiete del vetusto palazzo.

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